Giuseppe Politi

9 apr 20202 min

Il Covid-19 contro la riapertura, quale soluzione

Aggiornato il: 10 apr 2020

L’Eurogruppo giovedì sera ha raggiunto l’accordo, mettendo sul tavolo un pacchetto di 500 miliardi di euro disponibili subito per sostenere il sistema sanitario, la cassa integrazione, la liquidità alle imprese e successivamente un Fondo per un piano di rinascita, in alternativa alla proposta degli eurobond. Intanto però le imprese del Nord attraverso la loro associazione di categoria, Confindustria Nord, chiedono formalmente al Presidente del Consiglio Conte di riaprire subito, in quanto sostengono che ogni giorno che passa fa diventare più difficile la ripartenza. Se da una parte serviva il famoso “shock” all’economia richiesto da più parti all’Europa, così come hanno già fatto l’America e la Cina, l’accordo è comunque parte della soluzione. Infatti, sul tavolo rimane il dilemma della riapertura. Mentre la chiusura riduce il rischio di contagio e frena i decessi, la riapertura è richiesta per il fatto che l’economia potrebbe collassare. Le misure adottate in sede europea affrontano una parte degli aspetti che coinvolgono le economie, ma è necessaria anche una pianificazione prudente e sicura per riavviare il Paese nella sua totalità. Se da una parte gli imprenditori spingono per la riapertura, pur con tutte le precauzioni del caso, l’Oms bolla l’idea affermando che è ancora troppo presto. Il motore del Paese rischia di spegnersi per sempre, sostengono gli industriali di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna in un appello rivolto al Governo che sono tra l’altro anche le Regioni più colpite dal COVID-19 e producono il 42% del PIL italiano. Secondo le imprese, “prolungare il lockdown significa continuare a non produrre, perdere clienti e relazioni internazionali, non fatturare, si chiede quindi di definire una roadmap per una riapertura ordinata e in piena sicurezza del cuore del sistema economico del Paese, la cosìddetta Fase 2”. Ma non è l’unico aspetto che crea tensione con il governo, in quanto Confindustria vuole Draghi premier, e lo ha evidenziato anche attraverso un editoriale del Sole24Ore. Addirittura Confindustria Udine ha aperto il sito draghiperitalia.it invitando a firmare una petizione per Draghi presidente del Consiglio. Gli industriali sostengono che l’Italia, l’Europa e i mercati internazionali hanno fiducia in lui, perché ha già dimostrato di essere all’altezza di ruoli complessi. Assumiamoci la responsabilità di pretendere che sia lui a rappresentarci, evidenziano nella loro missiva.