Giuseppe Politi

3 lug 20202 min

Le questioni sul tavolo e la situazione italiana

Tante le questioni sul tavolo, diversi i problemi nel Paese. Da una parte il commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni che spinge sui tempi di approvazione del piano straordinario da 750 miliardi relativo al Recovery fund, dall’altro il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che punta al Decreto Semplificazioni per far ripartire l’Italia. Purtroppo la questione è più ampia, in discussione anche la questione dei 37 miliardi di euro già disponibili del Mes, meglio conosciuto come Fondo Salva Stati. Una somma che richiesta alla Ue, si potrebbe investire nel mondo della Sanità, dei quali ogni regione ne riceverebbe una congrua parte. Tra l’altro, essendo il rimborso pluriennale (sette o dieci anni) comporterebbe per l’Italia, rispetto ai rendimenti attuali dei titoli di Stato, un risparmio di circa 5 miliardi di euro. A questo si aggiungono le notizie economiche poco confortanti, che la crisi sanitaria ha generato in modo significativo in tutte le aree del Paese. L’indagine di Bankitalia si aggiunge ad altre già comunicate dall’Istat. Infatti l’istituto di Via Nazionale relativamente alle imprese industriali e ai servizi stima un calo del 7% di fatturato delle imprese nel 2020. I settori più coinvolti sono quelli del commercio, del settore alberghiero e della ristorazione (-37,5%) e in quello del tessile, abbigliamento, pelli e calzature (-32,2%). Non ultima, c’è la questione del dumping fiscale che alcune ricerche stimano che, a causa della concorrenza fiscale sleale a livello europeo, il fisco italiano perde la possibilità di tassare oltre 23 miliardi di dollari di profitti: 11 miliardi di profitti vengono spostati in Lussemburgo, oltre 6 miliardi in Irlanda, 3,5 miliardi in Olanda e oltre 2 miliardi in Belgio. Paesi come l'Irlanda, l'Olanda e il Lussemburgo sono veri e propri paradisi fiscali nell'area euro - ha detto anche il presidente dell'Antitrust - che attuano pratiche fiscali aggressive che danneggiano le economie degli altri Stati membri e che, anche grazie a queste pratiche, registrano elevatissimi tassi di crescita. Ciò comporta un danno per l'Italia che può essere stimato tra i 5 e gli 8 miliardi di dollari l'anno. Lo ha detto il presidente dell'autorità Antitrust Roberto Rustichelli in audizione in commissione XIV alla Camera. Inoltre, secondo Rustichelli, l'attuale quadro normativo dell'Unione europea determina una disparità di condizioni concorrenziali nel mercato tra Stati membri e operatori.