Giuseppe Politi

25 set 20202 min

Pil, Standard & Poor’s positiva su Italia

Migliorano le prospettive economiche per l’Italia e l’agenzia di rating Standard & Poor’s promuove il nostro Paese rivedendo le stime sulla crescita. Secondo gli esperti di S&P Global Ratings l'economia della zona euro ha recuperato più velocemente di quanto atteso dopo il lockdown causato dal Covid-19. Però gli esperti, nel report "The Eurozone Is Healing From Covid-19" avvertono che i prossimi passi potrebbero essere quelli più difficili. Secondo S&P che ha diffuso gli aggiornamenti sulle previsioni economiche dell’Eurozona, la stima sul PIL di quest’anno è di una contrazione del 7,4%, con un +6,1 nel 2021, con una previsione di un miglioramento del PIL, che passa dalla precedente stima a -9,5% a quella attuale cioè a -8,9% per l’anno in corso. Mentre sempre secondo S&P, il 2021 vedrà una crescita del PIL italiano da un +5,3% a un +6,4%, con una variazione del +1,1% rispetto alla precedente valutazione. Inoltre, lo S&P Global Ratings ha aggiornato anche le previsioni economiche per l'Eurozona, le attese per il 2020 sono di una contrazione limitata al 7,4% e di un rimbalzo del 6,1% per il 2021. Solo nel 2022 l'economia potrebbe tornare ai livelli precedenti la pandemia. La disoccupazione dovrebbe raggiungere un picco del 9,1% nel 2021 (in miglioramento dal 9,8% previsto a giugno) per poi scendere all'8,4% nel 2022 e al 7,8% nel 2023. Per il momento la perdita di posti di lavoro è stata di 5 milioni, contro i 21 milioni persi negli Usa, nonostante i due mercati siano di dimensioni simili. I dati mostrano che l'economia della maggioranza dei paesi dell'area euro sta operando del 5% al di sotto dei livelli pre Covid. A luglio le vendite al dettaglio hanno già superato quelle dello stesso mese del 2019 dello 0,6% mentre la costruzione e la produzione industriale sono ancora al di sotto dei livelli pre-crisi rispettivamente del 4% e dell'8%. Durante il lockdown il livello di risparmio, in particolare in Francia e in Germania, era salito ma nei mesi successivi i dati mostrano che i consumatori hanno ridotto il tasso di risparmio e sono tornati a spendere. Le vendite di nuove auto ad esempio sono rimbalzate del 46% su base trimestrale a luglio e ad agosto. L'inflazione dovrebbe rimanere su livelli molto bassi, attorno allo 0,2% su base annua nel 2020, tanto da permettere alla Bce di mantenere inalterati i tassi di interesse ancora a lungo e di non dovere intervenire a livello del proprio bilancio riducendo l'acquisto di titoli di stato dei paesi membri. Al riguardo, Marion Amiot, l'economista senior di S&P Global Ratings ha detto che la fase di riapertura delle economie dopo le restrizioni imposte dal Covid è stata la parte più semplice della ripresa. La zona euro attraversa ora un momento complesso di transizione che porterà verso l'attuazione del programma di riforme economiche della UE durante il progressivo prosciugarsi degli interventi governativi. In questa fase di transizione sono tante le cose che potrebbero andare storte, dalla liquidità, alla domanda, al comportamento dei singoli cittadini. Le stime per la Francia sono di un Pil in calo del 9% nel 2020 e di un rimbalzo del 7,7% nel 2021, per la Germania di un -5,4% nel 2020 e di un +4,7% nel 2021, per la Spagna di un -11,3% nel 2020 e di un +8,2% nel 2021.