Giuseppe Politi

17 apr 20202 min

Standard & Poor’s, impatto economico più forte

Gli analisti di Standard & Poor’s, l’agenzia di rating, prevedono per la nostra economia un impatto più forte di quanto previsto inizialmente, anche se tutte le economie avranno la peggio soprattutto nel 2020. Secondo S&P Global, il 2020 sarà molto pesante per il PIL italiano che crollerà del 9,9%. Un risultato drammatico, considerando che la precedente stima era del -2,9%. Però dal 2021, gli analisti prevedono un rimbalzo del 6,4%, che non farà comunque recuperare le perdite economiche determinate dal coronavirus. Anche l’Eurozona subirà nel 2020 una flessione del PIL del 7,3%, mentre gli Stati Uniti avranno una contrazione del 5,2%. Invece, il PIL globale, scenderà del 2,4% per quest’anno mentre nel 2021 avrà un tasso di crescita previsto del 5,9%. Gli analisti sostengono che l’entità e la stabilità della ripresa dipenderà molto da diversi aspetti come la combinazione delle politiche in materia economica e sanitaria, dalla risposta delle persone e delle imprese e dalla condizione del mercato del lavoro e delle PMI, confermando i rischi sbilanciati al ribasso. E mentre le analisi economiche finanziarie sull’Italia peggiorano, già con un rating BBB rispetto alla Germania AAA, il MES (detto anche Fondo Salva Stati) viene approvato dal Parlamento europeo con 523 voti a favore, 145 contrari e 17 astenuti, il quale se attivato garantirebbe al nostro paese un prestito da 36 miliardi subito (il 2% del Pil), spendibili per le misure sanitarie, anche se con vincoli ancora non del tutto definiti. Il fondo così creato contiene al momento 240 miliardi per tutta l’Eurozona. Del resto sarebbe un versione depotenziata del Mes, si parla di Pandemic crisis support, basato su una linea di credito preesistente europea ECCL. Il finanziamento sarebbe disponibile entro due settimane, si spiega dall’Ue, e il tasso e la scadenza, ancora da definire, sarebbero più vantaggiosi di quelli di mercato. Non sono previsti, questa la differenza principale con l’impianto originario del MES, vincoli particolari di bilancio né memorandum appositi da firmare. La somma andrà restituita dallo Stato italiano entro 10 o 15 anni. Intanto, anche i Coronabond sono andati a votazione in Parlamento europeo e l’emendamento non è passato. Uno strumento di condivisione del debito tra i 27 Stati membri per fronteggiare l’impatto economico del coronavirus. Una nota stonata anche in considerazione delle discussioni, secondo alcuni, sull’inadeguatezza del MES.