Paolo Baruffaldi

17 set 20203 min

Il Governatore di Banca d’Italia sul programma Next Generation Eu

Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel suo intervento al comitato esecutivo dell’Associazione bancaria italiana ha affermato che “è importante che interventi volti a promuovere il ritorno a un sentiero di crescita sostenuta, equilibrata e duratura accompagnino al più presto le misure adottate nell’emergenza per contenere le conseguenze della crisi determinata dalla pandemia”. Secondo il governatore, “il programma Next Generation Eu rappresenta da questo punto di vista una occasione importante, da non perdere”. Secondo Visco, “i benefici che l’Italia potrà trarne dipenderanno dalla capacità di proporre interventi mirati e coerenti con gli obiettivi e i requisiti del programma e di attuarli in tempi rapidi e senza sprechi”. “Si potranno così anche porre le condizioni per conseguire un progressivo e continuo riequilibrio dei conti pubblici, evitando che il maggiore indebitamento finisca per aggravare i problemi del Paese, anziché alleviarli”. “Le banche, dal canto loro, devono proseguire con rinnovato vigore nell’azione di rafforzamento istituzionale, organizzativo e patrimoniale”, ha affermato il Governatore, evidenziando che “si tratta di un presupposto fondamentale per affrontare con successo le sfide poste dai cambiamenti intervenuti nei mercati, nella tecnologia e nella regolamentazione, per rispondere ai ritardi accumulati negli anni passati, aggravati oggi dal contraccolpo della crisi scatenata dalla pandemia”. E’ evidente come il Governatore Visco faccia riferimento, come peraltro aveva già fatto in precedenza un altro autorevole esponente dell’economia italiana, Mario Draghi, all’esigenza di impiegare la mole di risorse di Next Generation Eu in investimenti produttivi come l’innovazione della P.A. e l’ammodernamento energetico e delle infrastrutture anche digitali. Come noto L’Italia sarà il principale beneficiario del Recovery Fund con 172,7 miliardi (davanti alla Spagna con 140).

Il Recovery Fund, va però ricordato, che costituisce solo una parte delle risorse erogate dall’Unione Europea. Il Recovery Fund, pur costituendo una parte importante del piano europeo, si colloca quindi in un programma più ampio di aiuti. Molte di queste risorse saranno a “fondo perduto”, senza quindi alcun obbligo di restituzione. Altre saranno erogate come finanziamenti a tassi agevolati. Roma avrebbe diritto a 81,8 miliardi di euro di sussidi e 90,9 di prestiti da restituire. Uan parte delle risorse non saranno a fonsdo perduto ma andranno restituite agli investitori (seppur a lungo termine). Gli Stati membri potrebbero essere chiamati a farlo in base al loro contributo al bilancio Ue (l’Italia versa circa il 12%), anche se la Commissione propone di introdurre nuove tasse riscosse a livello europeo (dalla Carbon Tax alla Web Tax, fino a un’imposta sulla plastica e una sulle multinazionali). Il finanziamento del piano Next Generation EU, che rappresenta l’insieme delle misure adottate per fronteggiare la crisi e per rilanciare lo sviluppo di cui il Recovery Fund rappresenta una parte importante, secondo la proposta della Commissione, avverrà con l’emissione di obbligazioni da parte della UE sui mercati finanziari. Nonostante non sia la prima volta che la Commissione emette strumenti finanziari sui mercati, l’ammontare in questione oggi è pari a dieci volte quanto emesso nel periodo 2010-2019. In riferimento a queste necessità, le simulazioni della Commissione stimano che l’immissione di 750 miliardi di euro nell’economia europea consentirebbe, rispetto allo scenario in assenza di intervento e grazie all’effetto moltiplicatore dei fondi su output, produttività, occupazione e base imponibile, di incrementare il livello del Pil reale dell’1,75 per cento nel 2021 e nel 2022, fino a raggiungere l’incremento del 2,25 per cento nel 2024.