Danilo Zanni

21 feb 20172 min

Spread BTP-BUND

Nell’appuntamento odierno andremo ad affrontare un argomento molto discusso nel recente passato, argomento che rischia di tornare attuale in questo periodo, lo spread BTP BUND, già catalizzatore di costante attenzione per diversi mesi tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012, quando il livello di tale indicatore oscillava tra i 400 ed i 500 punti, superando questa soglia nei periodi di maggiore criticità a cavallo del passaggio dal governo Berlusconi al governo tecnico di Mario Monti

Andando ad analizzare nello specifico il grafico che sovrappone il future btp a quello del bund, rileviamo come il divario dei i rendimenti tra i due strumenti si stia costantemente allargando, nonostante stia continuando l’acquisto da parte della Bce dei titoli di stato dei paesi periferici secondo il piano programmato di QE.

Piano di Qe che a dicembre del 2016 è stato ridotto in termini di massimale sugli acquisti mensili, da 80 a 60 Mld, e prolungato in termini di durata fino alla fine del 2017.

Dal punto di vista geopolitico, i potenziali scenari di instabilità futura non fanno altro che aumentare il suddetto divario: infatti i molteplici appuntamenti politici di quest’anno, dalle elezioni in Belgio a Marzo a quelle francesi ad aprile, fino a quelle tedesche in autunno, si sommano alle costanti e rinnovate tensioni partitiche in italia dove i governi non eletti stanno diventando una costante, rappresentando una pesante incognita sui prossimi equilibri politici ed economici europei.

Se a quanto detto aggiungiamo le problematiche irrisolte relative ai nostri conti pubblici, visto che in questi giorni si stanno discutendo le manovre necessarie agli aggiustamenti sul bilancio 2016 e sommando gli appuntamenti estivi sui rimborsi dei prestiti sui titoli greci, appare evidente come, l’apparente calma che sta caratterizzando i mercati finanziari delle ultime settimane, potrebbe essere turbata dalle possibili nuove tensioni sugli spread.