Emanuele L. Basso Ricci

20 mar 20174 min

Fintech : un consolidamento fisiologico per un cambiamento inarrestabile

Alla vera e propria esplosione delle valutazioni e degli investimenti fintech avvenuta nel 2015 con incredibili supervalutazioni di startup soprattutto a stelle e strisce da parte dei venture capitalist e di noti colossi finanziari ( in allarme di fronte al rischio di veder finire il proprio business nelle mani di piccole startup) è seguito, nel 2016, un vero e proprio “rientro della bolla” con un crollo evidente. I 24.7 mld di dollari di investimento totale del 2016, se rapportati ai 46.7 del 2015, danno un’ idea del ridimensionamento dell’ammontare complessivo investito in fintech , ma, a ben vedere, il dato rimane significativo e addirittura in linea con i livelli del 2014 facendo del 2016 il secondo migliore anno in assoluto. A fare la differenza non sono principalmente gli investimenti venture (finanziati 840 progetti per 13.6 mld$) o di private equity ma piuttosto la diminuzione di valore delle M&A con appena 11.15$ mld rispetto ai 34.1$ mld dell'anno precedente. Un ridimensionamento che ha avuto luogo principalmente nelle M&A USA, dove gli investimenti sono passati da per 21.3 mld$ del 2015 agli 8.5 mld$ del 2016 su complessivi 12.8 mld$ in ingresso nello stesso anno. Più che al venir meno dell’interesse verso il fintech, questo dato è insomma in buona parte dovuto al consolidamento avvenuto negli Stati Uniti , secondo mercato al mondo, dove il settore è ormai semplicemente maturo . A confermare la salute del fintech c’è il il KBW NASDAQ Financial Technology, un indice equal weight composto dalle 50 società del settore e quotate al NASDAQ , che nel 2016 ha comunque performato il +13.07%.

In Cina ,in assoluto il più grande mercato dei pagamenti digitali, che da solo vale circa la metà dei pagamenti digitali globali, la Banca Popolare ha espresso il proprio esplicito appoggio alle aziende più innovative e, grazie a un sistema normativo ancora aperto (immaturo rispetto agli USA ), a un e-commerce molto sviluppato, e all’enorme bacino di popolazione meno abbiente ancora unbanked, il potenziale di questo settore rimane ancora enorme. Nel fintech 100, il ranking stilato da H2 Venture e Kpmg sulle società più innovative, su 5 compagnie al top 4 sono oggi cinesi, con al primo posto Ant Financial ( Alipay), la piattaforma di pagamento online lanciata da Alibaba .Tuttavia è bene precisare che nei prossimi anni anche in Cina è previsto un rallentamento fisiologico e un conseguente consolidamento dovuto alla prevedibile applicazione di una normativa dedicata .L’India resta la scommessa più grande, con la stragrande maggioranza degli indici dedicati all’azionario del paese incentrati proprio sui servizi finanziari e con una demonetizzazione in atto che potrà avere senza dubbio affetti positivi sullo sviluppo fintech. Guardando ai micro trend più recenti, il 2016 è stato il migliore anno in assoluto se limitiamo il campo al sotto settore insurtech US che, con soluzioni estremamente innovative o semplicemente rivolte a nicchie di mercato ancora estranee al business assicurativo tradizionale, si prevede in crescita anche nei prossimi anni. Naturalmente la blockchain con la sua capacità di disintermediazione( più che il bitcoin in quanto tale) e i roboadvisory sono stati finora tra i i trend più interessanti ma secondo KPMG entrambe questi subsectors dovranno ora trovare nuova linfa vitale reciprocamente nel generare soluzioni efficaci, scalabili e redditizie (la tecnologia blockchain) e negli “ibridi ” capaci di mantenere per il cliente anche un advisor umano (il roboadvisory).

Attenzione anche al regtech, (contrazione di regulation e technology, che consiste nell’impiego di strumenti tecnologici a supporto delle procedure di adeguamento, conformità, rispetto di norme, regolamenti, leggi, reportistica al fine di migliorare la flessibilità al cambiamento e gestire con il minimo sforzo adeguamenti altrimenti difficilmente gestibili dal banking tradizionale )che risulta anch’esso tra i subsectors previsti in ascesa .

In Europa abbiamo avuto una seppur moderata crescita degli investimenti venture anche nel 2016. Regno Unito, Germania, Irlanda, paesi nordici, Francia e Spagna hanno ciascuno sviluppato il proprio ecosistema di supporto e trascinamento all’ innovazione fintech. L’entrata in vigore della direttiva europea PSD2 (direttiva sui pagamenti digitali 2), che gli stati membri dovranno implementare entro il gennaio 2018 nelle proprie normative, darà certo impulso al settore, rivolgendosi ai soggetti fornitori di servizi di pagamento, dalle banche, alle fintech stesse, alle telco e ai TPP (Third Party Providers).Nella pratica, si sollecitano le banche a concedere ai TPP un accesso sicuro ai conti dei clienti sulla base della disponibilità di informazioni relative ai conti, allo scopo di realizzare un mercato europeo dei pagamenti ottimizzato per le nuove tecnologie. Accedere al fintech a mezzo ETF per sfruttare i nuovi trend con il supporto di quelli più maturi? Source ha recentemente quotato sul LSE il primo ETF realmente “settoriale” in Europa sul fintech: 50 aziende quotate al Nasdaq e operanti nel settore compongono il KBW NASDAQ Financial Technology , sottostante allo strumento. Tuttavia l’indice non offre esposizione ai mercati emergenti oggi più dinamici e neppure ad un contesto europeo che offre ancora buone prospettive.

Un’esposizione come quella offerta dal MSCI World Information Technology, sottostate di alcuni ETF quotati su Borsa Italiana, permetterebbe di beneficiare dell’entrata dei tecnologici nel settore finanziario, notoriamente uno dei più redditizi e vasti, in veste di fornitori di servizi finanziari in prima persona (come Apple, il titolo più rappresentato, che con applepay entra anche nei titoli fintech più importanti) oppure in veste di partner di grandi banche in supporto all’adeguamento necessario per aggiornare i servizi on line offerti alla clientela.

Da non sottovalutare poi il prevedibile impatto delle dinamiche del fintech sul settore della sicurezza informatica, investibile anche a mezzo di Etfs Ise Cyber Security Go Ucits Etf, in ascesa da febbraio 2016 (Borsa Italiana).