Luca Baj

4 giu 20172 min

Gino Strada: salute e pace come diritto alla dignità.

Il chirurgo Gino Strada, tra i fondatori di Emergency, ha dialogato con Roberto Satolli, medico cardiologo, giornalista e amico, ripercorrendo la sua storia e il suo impegno con l’associazione.

“La prima volta sono partito per il Pakistan, era il 1987 e sostanzialmente avevo deciso di andare, per curiosità, in una realtà che non conoscevo. Sono rimasto profondamente impressionato e ho deciso di ripartire. Curare i feriti in guerra diventa una droga: perché un chirurgo in più o in meno può fare la differenza e io volevo fare la mia parte. Non ho più smesso”.

Viaggia per altri paesi, con nuove esperienze e nel 1994 è tra i fondatori di Emergency, l’associazione che per mission si dedica a curare feriti di guerra, senza distinzione di alcuna sorta: chi ha bisogno, viene curato. Ed è il principio che vale

ancora oggi.

Un impegno che via via si è ampliato e che ora include più in generale una sanità equa, gratuita, di qualità e socialmente responsabile che si prende cura anche delle famiglie di coloro che rimangono colpiti dai conflitti armati, si preoccupa dell’inserimento delle donne in attività professionali in paesi dove non è scontato.

E il tutto secondo standard che non possono essere ridotti perché siamo in paesi lontani: i diritti sono uguali per tutti, altrimenti diventano privilegi. Per questo Emergency porta strutture e interventi di alto livello.

E lo fa con l’obiettivo di diventare inutile: questa è l’utopia di Emergency, che la guerra scompaia, venga abolita – come auspicava Einstein nel manifesto del 1955 – e così il suo lavoro.

Perché questo deve essere l’obiettivo. E l’associazione in questi anni si è impegnata per far fronte alle storture di un mondo in cui ci sono uomini che studiano armi che sembrano giocattoli per colpire i più inermi, i bambini. La campagna contro le mine antiuomo ne è un esempio: sostenere l’indignazione dell’opinione pubblica ha permesso di arrivare nel nostro paese a metterle al bando.

Ma non ci sono solo feriti e guerre nell’esperienza di Strada e di Emergency raccontata in un teatro Sociale tutto esaurito, raccolto in rispettoso silenzio: c’è anche spazio per le liete notizie, grazie ai reparti di maternità che l’associazione ha aperto, per esempio ad Anabah, nella valle del Panshir in Afghanistan, ampliato nel 2016 a seguito dei numeri elevati (circa 500 parti al mese).