Luca Baj

4 giu 20172 min

Marmot: salute diseguale e ingiustizia sociale

Epidemiologo con cattedra ad Harvard, padre del concetto di «salute diseguale» e sostenitore di una società al tempo stesso più giusta e più in salute era uno dei nomi più attesi del festival.
 

 
Vi è una correlazione stratta tra l'ingiustizia sociale e la salute.
 

 
Dagli Usa all'Europa fino all'Australia, la carrellata ha sottolineato gli effetti della povertà, della disoccupazione, dei tagli alla spesa pubblica sui livelli di salute dei settori più svantaggiati della società.
 

 
«Quando ero presidente della World Medical Association ho cercato di coinvolgere i medici nelle problematiche sociali, a partire da quelle che si riflettono sullo sviluppo dei bambini nella prima infanzia. Ma le politiche per la redistribuzione della ricchezza e per la creazione di un lavoro dignitoso sono altrettanto fondamentali.»
 

 
Il suo discorso si è concluso con un forte richiamo a Martin Luther King e a tutti i «sognatori», strappando l'applauso della sala.
 

 
Fra le raccomandazioni per migliorare la qualità della salute della popolazione Marmot mette ai primi posti: dare ai bambini un buon inizio, per far sì che abbiano uno sviluppo psicofisico regolare.
 

 
«Quelli di destra danno la colpa ai genitori, quelli di sinistra alla politica. Io penso abbiano ragione entrambi. Ma le condizioni sociali influiscono sulla capacità di essere buoni genitori. Ridurre la povertà quindi è fondamentale. L'altra azione possibile è cercare di vedere, per ogni livello di povertà, quali sono le ragioni dello scarso sviluppo del bambino, a 5 anni. Così, potremmo scoprire ad esempio che molti genitori pensano che non sia importante parlare ad un bambino di 5 anni. Si deve agire quindi in entrambe i sensi. Migliorare il comportamento dei genitori, dunque ma anche combattere la povertà perché statisticamente le due cose sono collegate. In America il concetto di redistribuzione attraverso le tasse è poco popolare e quindi mi è stato chiesto di togliere certe correlazioni sociali dai miei studi sulla salute. Invece sono fondamentali.»