Luca Baj

15 ott 20171 min

Indice Globale della Fame con risultati contrastanti

L’Indice Globale della Fame (GHI) 2017 mostra risultati contrastanti: nonostante una diminuzione della fame e della denutrizione rilevata nel lungo periodo a livello mondiale, in 52 Paesi del mondo i livelli di fame e di insicurezza alimentare restano allarmanti e il livello globale della fame, misurato in 119 Paesi, resta ancora molto alto con grandi differenze tra le diverse nazioni e persino entro gli stessi confini. È il Cesvi, nel suo Indice globale della fame (GHI) 2017, presentato venerdì a Bergamo, a sottolineare «le profonde e persistenti disuguaglianze» che rappresentano «il principale ostacolo alla lotta alla fame e alla denutrizione nel mondo e al raggiungimento quindi dell’obiettivo “Fame Zero”, fissato dalle Nazioni Unite per il 2030».

E su questo obiettivo viene il preciso impegno del commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan: «L’Unione europea in questa lotta assicurerà tutto l’impegno agli Stati membri». L’analisi su base regionale contenuta nel rapporto 2017 evidenzia che a soffrire maggiormente la fame sono le popolazioni di Asia meridionale e Africa subsahariana. Resta drammatica la situazione della Repubblica Centrafricana, unico Paese con un livello di fame (50.9) classificato come estremamente allarmante e che non ha evidenziato finora alcun progresso.