Enrico Cesani

29 ott 20181 min

Mediazioni: restano forti perplessità sulle liti bancarie

Il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede sta studiando una riforma che possa perfezionare ulteriormente la strada della mediazione alternativa alla giurisdizione classica. La prassi fino a soli sei anni fa era quella di farsi assistere in questo tortuoso percorso da un avvocato anche in materia ove l’obbligo non era espresso. Dopo i buoni risultati ottenuti con la sentenza 272/2012 della Corte costituzionale invece si era stabilito che ci fosse un incontro preliminare e gratuito cui le parti potevano accordarsi con l’ausilio di un mediatore professionista. Se escludiamo il settore del contenzioso bancario, la diminuzione delle liti poi giunte in tribunale è del 40% di media con punte anche del 50% se si parla di diritti reali. Purtroppo sul fronte delle controversie bancarie si sono registrate le maggiori difficoltà sebbene siano aumentate per il moltiplicarsi di cause in materia di anatocismo e usura. Il primo incontro infatti spesso non portava alcun risultato, come spiega Leonardo D’Urso, esperto scientifico del CEPEJ Consiglio d’Europa: “Il fallimento di questi primi incontri è dovuto essenzialmente alla mancata partecipazione un funzionario della banca con poteri decisionali. Il primo incontro di mediazione, in tutte le materie, è efficace quando le parti con potere decisionale sono presenti di persona…”. Bonafede sta quindi analizzando complessivamente la situazione, ma sembra voglia conservare gli istituti della mediazione e della conciliazione solo per le aree in cui stanno già mostrando i loro frutti, sollecitando comunque una maggiore discrezionalità di manovra agli avvocati che cosi potrebbero snellire i procedimenti scegliendo in funzione della particolare casistica il miglior metodo di risoluzione della stessa.

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