Enrico Cesani

14 dic 20181 min

Il deficit francese alimenta la polemica italiana

Da settimane stiamo assistendo alle feroci proteste che stanno avendo luogo in Francia. I protagonisti sono gli ormai famosi gilets jaunes che mettono a ferro e fuoco Parigi o che bloccano le principali vie di comunicazione del paese. Le loro richieste economiche erano state fino ad ora ignorate dal presidente Emmanuel Macron inasprendo ancor di più gli animi dei manifestanti e concretizzandosi nella paurosa giornata di arresti di sabato scorso nella capitale francese. Ora il responsabile dell’Eliseo ha cambiato rotta e vuole accontentare le richieste dei gilets jaunes. Per farlo però avrà bisogno di modificare la politica fiscale dell’esecutivo francese arrivando a sforare il deficit e superando la famosa soglia del 3% stabilita dall’Unione Europea. Fa persino sorridere come in poche settimane Macron sia passato da uno dei più accaniti accusatori della folle manovra italiana a strenuo sostenitore del superamento del deficit. Da sempre il leader francese è un convinto europeista e i suoi stretti rapporti con il governo di Angela Merkel lo ergono a paladino del rispetto delle regole comunitarie in Europa. Proprio lo sforamento del deficit soglia invece potrebbe screditarlo agli occhi dei governanti europei che facilmente potrebbero far riferimento al precedente francese per invocare una maggiore flessibilità economica. Sono sempre più numerosi infatti i partiti in Europa che si stanno battendo contro le politiche monetarie di Bruxelles in nome di un principio populista che potrebbe mettere in crisi la stabilità dell’Unione.

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