Fulvio Bucci

2 ago 20192 min

FED: il taglio dei tassi cosa si nasconde?

Come Ampiamente atteso, la banca centrale americana ha annunciato il primo taglio dei tassi dal dicembre del 2008, quando nel pieno di una crisi finanziaria li aveva portati al minimo storico pari allo 0-0,25%.

Il presidente della Fed, Powell, si limitato a un intervento sulla parte più bassa della forchetta: gli analisti, infatti, ipotizzavano un taglio di 25 o 50 punti base. La situazione, a questo punto, si complica: da un lato viene completamente sconfessata la teoria ufficiale, in voga fino a non più tardi dello scorso inverno, in base alla quale il mondo era ormai nella fase centrale del ciclo espansivo e di ripresa, quindi pronto a entrare in una modalità di contrazione monetaria. Invece le Banche centrali di tutto il mondo, attraverso le loro scelte politiche, stanno implicitamente dicendo che le loro economie di riferimento non sono in grado di reggere nemmeno un quarto di punto di aumento dei costi di finanziamento. In testa, quella statunitense. In meno di sei mesi, tutto è cambiato. La Fed è passata da una politica di normalizzazione attraverso le redemptions di Treasuries e Mbs acquistati durante il mandato di Bernanke e Yellen a quasi nuovo stimolo, mentre la Bce addirittura da chiusura ufficiale del Qe a sua annunciata – de facto– riapertura. Questo cosa significa? a partire dagli anni Cinquanta, la Fed ha dato vita a 19 cicli di espansione monetaria, 9 dei quali sono terminati con un ingresso in recessione per l’economia statunitense. Ma sono i precedenti più recenti a fare paura: gli ultimi 3 casi, infatti, hanno visto una contrazione ufficiale della crescita palesarsi entro 3 mesi dal primo taglio dei tassi.Molti osservatori sono concordi in una lettura di quanto sta avvenendo: se la Fed taglierà i tassi, questo rappresenterà un’implicita ammissione che la recessione in Usa è imminente.