Elena Albricci

3 ott 20191 min

Basta alle caselle preselezionate per la privacy

La Corte di Giustizia Europea, si è pronunciata sulla valenza del consenso dei cookie, ovvero il bunner che si apre automaticamente ogni volta che entriamo in un sito internet e che richiede il rilascio del consenso per il trattamento dei dati relativi alla visita del sito ed agli interessi che scaturiscono mentre si naviga e non solo, in alcune ipotesi, è finte di profanazione perchè ci permetterà, in un secondo acceso ad internet, di visionare per primi siti simili a quelli che maggiormente attraggono la nostra attenzione. Secondo la Corte, il consenso richiesto con i bunner non è valido perchè privo degli elementi di attività ed inequivocabiltà posti alla base del consenso e richiesti, da prima, dalla direttiva 2002/58 e poi dalla direttiva sulle comunicazioni elettroniche n. 95/46 ed ora finalmente approdati nel Regolamento n. 2016/679. Il consenso ai cookie così come lo troviamo oggi spesso non permette di scegliere altre opzioni se non l’accettazione, ed in questo modo facilità l’attività di marketing e profilazione. Lo dimostra il fatto che la maggior parte degli utenti non legge quasi mai la cookie policy concedendo il consenso in modo da poter visionare il sito il prima possibile.