Giorgia Pagni

15 ott 20191 min

Antonio Canova a Palazzo Braschi

Specchi, candele, statue roteanti, marmi, bozzetti, modellini e gessi monumentali, di una bellezza che commuove, descrivono l’incontro tra Roma e Antonio Canova. La mostra-evento accolta a Palazzo Braschi fino al prossimo 15 marzo, a cura di Giuseppe Pavanello, ripercorre attraverso oltre 170 opere incorniciate all’interno di un allestimento ben costruito e dal forte impatto visivo, il legame tra il maestro e la città eterna che, tra Sette e Ottocento, divenne la fucina del suo genio e un’inesauribile fonte di ispirazione. Prestiti eccezionali, provenienti tra gli altri dall’Ermitage di San Pietroburgo, dai Musei Vaticani, dalla Gypsotheca e Museo Antonio Canova di Possagno, dal Museo civico di Bassano del Grappa, scandiscono le 13 sezioni facendo entrare il pubblico all’interno del contesto che l’artista trovò arrivando a Roma nel novembre del 1779, e dove rimarrà fino alla morte, sebbene con alcune interruzioni.