Elena Albricci

30 ott 20191 min

Adeguamento obbligatorio anche per gli enti ecclesiastici

In occasione della Conferenza Episcopale per la 71° assemblea generale, è stato approvato il Decreto generale in materia di tutela del diritto di buona fama e alla riservatezza, si tratta di una revisione delle precedenti disposizioni previste dal Decreto del 1999 e che hanno l’obbiettivo di armonizzare la disciplina Canonica con le recenti disposizioni del Regolamento Europeo 679/16. In ragione dei principi di autonomia ed indipendenza della Chiesa Cattolica, sanciti nell’art. 7 della Costituzione, la comunità cattolica non era obbligata ad adeguarsi alla normativa del GDPR. Infatti il Decreto del 1999 rappresenta una autonomo corpus di norme, applicabili per il trattamento dei dati personali connessi all’attività delle Istituzioni Clericali. Tuttavia tale decreto presenta dei punti di contatto con lo stesso GDPR , ovvero: impone i principi di liceità, correttezza e trasparenza, senza distinguerli, come invece accade nel GDPR, rispetto al trattamento di particolari categorie di dati; individua le diverse figure privacy (es: titolare del trattamento) che solitamente corrisponde alla persona giuridica che ha cura, aggiorna e custodisce i dati personali; ed infine impone la tenuta ti particolari registri che potrebbero essere vagamente equiparati ai registri di trattamento del titolare e del responsabile.