Elena Albricci

8 nov 20191 min

Snowden torna a parlare di privacy

Con l’entrata in vigore del GDPR, Edward Snowden, ex consulente della Cia che in passato denunciò la massiccia attività di sorveglianza sui dati personali condotta dall’intelligence americana, si è pronunciato sostenendo che il GDPR ha una grossa carenza in quanto prima di proteggere i dati bisognerebbe normare e proteggere la loro raccolta. Secondo Snowden la presunzione alla base del GDPR, ovvero il fatto che si pensa che l’ordine della raccolta sia sempre corretta ed adeguata, presenta un grosso pericolo per i dati stessi. Lo dimostrano infatti le innumerevoli denunce che hanno ricevuto i diversi colossi dei social network e del mondo digitale. Ha proseguito inoltre affermando che “Governi e multinazionali che agiscono all’uniscono sono come la mano destra e la mano sinistra dello stesso corpo. È un’enorme concentrazione di potere, un potere irresistibile”, ha proseguito Snowden. “E come si fa a controllare l’espressione di tale potere quando viene usato contro il pubblico anziché negli interessi del pubblico”. Infine ha concluso sostenendo che gli sforzi fatti dall’Unione Europea in tema privacy sono da considerarsi lodevoli, tuttavia secondo lo stesso Snowden, necessitano di un applicazione più severa delle norme e della conseguente erogazione delle sanzioni.