Giuseppe Politi

2 gen 20212 min

2020: L’ANNO DEI BASCHENIS, NON SOLO EVARISTO

Nel 2017 si sono festeggiati i 400 anni dalla nascita di Evaristo Baschenis (1617-2017), il curato della chiesa di Santa Maria dello Spasimo in centro a Bergamo, che fu l’ultimo pittore di una stirpe secolare di frescantibrembani: i Baschenis.

Le loro botteghe approdano in città e nell’hinterland a partire dal XV secolo, per restare attive fino agli anni della peste manzoniana. Ed è proprio a questa stirpe che è stato dedicato l’anno che si sta per concludere, il 2020, costellato di eventi dalla primavera all’autunno: una mostra fotografica, un convegno, una pubblicazione, una serie di visite guidate e tanto altro ancora senza dimenticare i laboratori per bambini. “Un progetto volto a valorizzare i beni storico-culturali presenti sul territorio, di sensibilizzare la popolazione alla conoscenza della storia e dell’arte locale e di promuovere e offrire percorsi culturali a villeggianti e turisti”, attirati soprattutto dai servizi guida: le visite guidate hanno interessato l’alta Valle Brembana (Ornica, Cusio, Santa Brigida), la bassa Valle Brembana (Sedrina, Zogno, San Pellegrino Terme), la Valle Seriana (Albino, Casnigo, Leffe), l’hinterland cittadino e il capoluogo, suddiviso in due percorsi, per poi spingersi fino alle località distribuite tra la Valle Cavallina e la pianura.

Il programma 2020 de Le Terre dei Baschenis(www.leterredeibaschenis.it), ha previsto un ventaglio eterogeneo di iniziative, per promuovere, oltre alla Valle Brembana, tutto il territorio bergamasco, in collaborazione con istituzioni ed enti culturali del territorio, anche trentino, dove i Baschenis hanno svolto una parte importante della loro attività. A Bergamo, invece, molti sono i luoghi ed i siti in cui li possiamo rintracciare, sia pubblici che privati, realizzati sia dalladinastia di Cristoforo che di Lanfranco: da Angelo aPietro, da Cristoforo il Vecchio a Cristoforo il Giovane, da Simone I a Simone II, senza dimenticare altre validissime maestranze, sicuramente imparentate con i maestri “della valle d’Averara”, come gli Scanardi, gli Scipioni e i Guarinoni. I cantieri ad oggi noti riguardano il Palazzo Nuovo, ora Biblioteca Civica Angelo Mai, il presbiterio della chiesa di Santa Grata ad columnellis, quello del monastero di Santa Maria Matris Domini, ilchiostro minore del monastero di San Benedetto e alcuni edifici oggi adibiti ad abitazioni o attività commerciali.