Emanuele L. Basso Ricci

24 gen 20203 min

Un bond indexing più sofisticato? Pronti i nuovi benchmark fattoriali ed ESG per il corporate IG

Quando il gioco si fa duro...Gli ingenti flussi in ingresso registrati dai mercati obbligazionari sono sotto gli occhi di tutti come anche la quotazione di un crescente numero di nuovi strumenti e soprattutto classi (valute e coperture) con sottostate fixed income. Tuttavia, altrettanto evidente risulta l'esigenza di una maggiore diversificazione e sofisticazione dell'offerta. Il bond market richiede oggi una maggiore selettività a livello di singola emissione, sia che si intenda continuare a puntare su HY, corporate IG o che piuttosto si preferisca un'allocazione meno rischiosa come quella ottenibile con le emissioni governative. L'investitore necessita di una maggiore trasparenza e, possibilmente, di un'evoluzione di prodotto anche per l'unica asset class finora dimostratasi incapace di fare a meno dell'operato di un gestore per battere o anche solo replicare l'andamento del mercato. La risposta del leader di mercato per quanto attiene l'equity indexing come pure le indagini fattoriali non si è fatta attendere. Se il futuro degli ETF è davvero nel bond market, e probabilmente viceversa, allora la divisione indici di Morgan Stanley si prepara a giocare anche questa volta un ruolo da protagonista al fianco dei leader Bloomberg Barclays, FTSE Russell e JPMorgan (con i quali, peraltro già collabora). Il provider ha infatti annunciato il lancio di una nuova famiglia di indici obbligazionari fattoriali (dodici) e di due nuove soluzioni pensate per adattare al bond market le preziose valutazioni ESG che lei stessa elabora e che già hanno consentito di oggettivare concetto di sostenibilità come mai prima d'ora (portando , peraltro, al recente successo delle soluzioni d'investimento su di esso incentrate). Per quanto riguarda le applicazioni fattoriali, in campo bond le strategie proposte cercano esposizione ai rendimenti derivanti da quality (rating), value (considera simultaneamente option-adjusted spread, la duration, il rating e le dimensioni dell'emittente), low risk ( basato sulla duration), carry (option-adjusted spread) e low size (ammontare dell'outstanding debt, ossia dell'indebitamento complessivo che, tra capitale e interessi, grava oggi sull'issuer) con anche una prima soluzione multifattoriale. Gli indici proposti offrono esposizione esclusivamente su bond corporate con rating investment grade denominati in USD. Interessante risulta la disponibilità degli indici sia nella versione che mantiene esposizione a tutte le componenti del parent aumentando poi l'esposizione alle emissioni più reattive al factor prescelto (factor weighted), come pure di quella che massimizza l'esposizione al factor limitando l'accesso al paniere alle sole emissioni ad esso più sensibili. Per quanto riguarda le novità sul fronte ESG, MSCI porta sul mercato due nuove soluzioni, anche in questo caso focalizzate sul settore corporate investment grade. Il nuovo indice MSCI USD Investment Grade ESG Universal Corporate Bond propone l'acquisto dell'intero paniere socially responsible, ossia del parent index depurato dalle società attive in business controversi (viene applicato anche un indice delle controversie), per poi selezionare le più meritevoli secondo scoring ESG strettamente legati alle peculiarità del settore di appartenenza. L'indice mantiene quindi nella sua composizione tutte le società che non presentano esternalità negative, adotta un sistema di pesatura per valore di mercato e aumenta l'esposizione alle società con i punteggi ESG più elevati. MSCI USD Investment Grade ESG Leaders Corporate Bond Index, conserva invece la selezione negativa iniziale vista sopra, ma limita poi l'esposizione ad un sottoinsieme di issuers che, all'interno del parent, costituiscono il 50% del valore di mercato di ciascun settore. Si tratta quindi degli issuer con più alto valore di mercato, caratteristica successivamente alla base anche del sistema di pesatura dei titoli in portafoglio.