Elena Albricci

30 gen 20201 min

L’evoluzione normativa nazionale dei dati sanitari

Con l’introduzione delle leggi in materia di riservatezza e protezione dei dati, i dati sanitari sono stati sotto una severa osservazione. Negli ultimi anni, infatti, l’evolversi delle tecnologie ha introdotto la possibilità di delineare un quadro pressoché completo delle condizioni di salute di un individuo o di una certa fascia di popolazione al fine di consentire una migliore celerità nelle ricerche sanitario ed un più agevole scambio di dati. É proprio questa semplicità nello scambio che ha fatto si che il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa si concentrasse maggiormente sulle conseguenze di questo scambio di dati e introducesse nel 1981 con la raccomandazione n. 81 i primi criteri per la gestione delle banche dati sanitarie automatizzate, imponendo una serie di direttive non solo per l’utilizzo delle stesse, ma, anche, sulla loro creazione e diffusione. Successivamente in Italia con la Legge 675/96, considerata la prima normativa nazionale in tema di riservatezza dei dati, gli atricoli 22 e 23 sono stati dedicati a disposizioni per il trattamento di dati relativi alla salute. Si è passati, poi, al D.Lgs 196/03 in cui tali dati sono stati considerati dati “sensibilissimi” a cui è stato previsto un particolare e severissimo regime di trattamento volto ad una maggiore protezione. Oggi, il Regolamento UE 679/16 unificando la materia riguardante i dati personali e la loro protezione a livello comunitario, ha previsto particolari protezioni riguardo ai c.d. “dati sensibili”.