La Redazione

6 feb 20202 min

Rapporto sull'Economia Globale

Il XXIV Rapporto sull’economia globale e l’Italia dal titolo “Il Tempo delle Incertezze”, promosso dal Centro Einaudi e Ubi Banca si apre con il richiamo al Duemiladiciannove, l’anno delle incertezze, che proietta la sua ombra anche sull’economia del 2020. E il coronavirus cinese rappresenta un fattore negativo sulle prospettive di sviluppo dell’Italia e del mondo. Il Rapporto si propone come punto di partenza per una rilettura critica degli ultimi dodici mesi: l’Europa e l’Italia, gli Stati Uniti di Trump e la Cina di Xi, un Medio Oriente tornato ad alta tensione, il lavoro, il capitale e i nuovi volti del capitalismo, l’impatto sul clima. Un tentativo di fornire angolature diverse, con chiavi di lettura differenti da quelle del giorno per giorno, per una analisi e una riflessione di dati e avvenimenti in un mondo di risorse che si restringono e di incertezze che si allargano, per contribuire alla difficile ricerca di nuove soluzioni, per nuovi (e vecchi) problemi. Il coronavirus è solo uno dei fattori di incertezza che hanno messo in discussione i punti fermi su cui si basa l’economia mondiale e il rallentamento a cui si sta assistendo ne è la diretta conseguenza. Tanti i fattori scatenanti, spesso di natura non economica: tra questi, il cambiamento climatico ma anche un “incattivimento globale” che ha destabilizzato la società a livello internazionale.
 

 
Per quanto riguarda l’epidemia in corso il primo possibile impatto sarà certamente sul turismo perché, senza i turisti cinesi, il settore, specie in Italia, rischia una battuta d’arresto. Senza contare l’effetto panico che potrebbe indurre i turisti di altri Paesi a ridurre i voli.
 

 
Poi, le tensioni geopolitiche, a partire dall’Europa dove non c’è solo l’incognita Brexit. Altri tasselli, la guerra tra sunniti e sciiti in Medio Oriente; America Latina e India sempre più instabili; i dazi, voluti da Trump che “iniziano ad avere un peso importante”. E poi, tra i fattori di rischio, il “disordine climatico” con la scarsità di investimenti ecologici per una più generale diminuzione degli investimenti, a sua volta, causa ed effetto, della frenata globale.