Paolo Baruffaldi

22 ott 20201 min

La Cassazione sulla Pace fiscale

Con la sentenza numero 22018 del 2020 la Suprema Corte di Cassazione è tornata sullo stralcio delle cartelle esattoriali. La decisione è giunta al termine di un giudizio tributario intrapreso da un contribuente contro l'ipoteca iscritta dall'Agente della riscossione e contro alcune cartelle di pagamento. Il contribuente era risultato vittorioso davanti alla CTP e alla CTR e l'Agente di riscossione aveva quindi proposto ricorso in Cassazione. In materia era stato emanato il d.l numero 119 del 2018, che prevede lo stralcio ex lege dei debiti di natura tributaria di importo non superiore ai 1000 euro, che sono stati affidati agli agenti della riscossione dal 2000 al 2010. Per ottenere il saldo e stralcio, il contribuente non deve fare istanza, in quanto l'annullamento avviene automaticamente. La Cassazione indica gli elementi del debito oggetto dello stralcio: "la sorte capitale; gli interessi per ritardata iscrizione a ruolo; le sanzioni, risultanti dai singoli carichi affidati all'Agente della riscossione dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2010. La Cassazione ha stabilito che il saldo e stralcio automatico con effetto al 31 dicembre 2018 riguarda le cartelle passate ad Agenzia per le Entrate Riscossione tra il 1 gennaio 2000 e il 31 dicembre 2010 e che " i debiti (risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione) alla data del 24 ottobre 2018 sono di importo residuo massimo di € 1000,00 euro (comprensivo di sanzioni e interessi)" che corrisponde con la data di entrata in vigore del decreto che ha previsto la pace fiscale.