Giuseppe Politi

13 mag 20202 min

Aidp, gestire il lavoro dopo la pandemia

Aggiornato il: 14 mag 2020

L’Aidp, l’associazione nazionale dei direttori del personale, ha individuato nuove modalità per gestire il lavoro dopo la fase 2. Il presidente Aidp, Isabella Covili Faggioli, spiega che sono state riscontrate nel fronteggiare un impatto sull’organizzazione del lavoro senza precedenti. Il notevole incremento del diffondersi del lavoro da remoto, detto impropriamente smart working, ha permesso di individuare 5 linee guida: 1. Smart working. Prevedere lo sviluppo di un modello di smart working vero ispirato ai principi del benessere della persona, della crescita, della competitività dell’azienda, coniugandolo con un’organizzazione basata sui risultati. L’home working effettuato durante l’emergenza non è un modello moderno di organizzazione del lavoro. Pertanto è necessario prevedere incentivi dello Stato sul piano economico e normativo. 2. Organizzazione del lavoro rispetto a sicurezza e salute. Rivedere i turni di lavoro con fasce orarie differenti dalle solite 8 ore negli ambienti produttivi distribuendo le attività anche su 6 giorni a settimana e ridurre i livelli di presenza nelle aziende. Orari differenziati, flessibilità degli orari di uscita e di entrata, ingresso in attraverso le app. Necessario rivedere la normativa sulle ore lavorabili per giornata/settimana. 3. Semplificazione delle procedure. Incentivare l’utilizzo delle tecnologie per snellire le procedure e la burocrazia del lavoro, ripensando la normativa sulla privacy e la gdpr nelle aziende. I datori di lavoro dovranno mettere al primo posto la salute dei propri dipendenti, collaboratori e clienti. Semplificazione delle procedure per accedere agli ammortizzatori sociali. 4. Relazioni industriali. Riuscire a conciliare la partecipazione dei lavoratori alla gestione e all’utile dell’impresa (come il sistema tedesco) e attuazione dell’articolo 46 della Costituzione. Richiede attori aperti al cambiamento e pronti a ridefinire le regole in maniera negoziale, ma integrativa. 5. Flessibilità e contratti a termine. Flessibilità con nuovi modelli contrattuali in grado di considerare la prossimità contrattuale territoriale e una contrattazione adeguata a sostenere a medio termine i livelli occupazionali. Dare fiducia a chi deve far decollare il Paese ed essere inflessibili con chi abusa della flessibilità concessa. Togliere la a-causalità a tutti i contratti a termine.