La Redazione

3 gen 20213 min

Anagrafe della Fragilità: 457 le persone fragili nell'Ambito Valle Imagna-Villa d'Almè

Sono passati ormai quasi 10 mesi da quando in Italia, e nel resto d'Europa, è scoppiata l'emergenza Covid-19. Un evento improvviso ma soprattutto inaspettato, che ha preso alla sprovvista tutti, dalle persone – costrette a reinventarsi una nuova quotidianità – fino alle istituzioni, fin dal principio attive per contrastare gli effetti e le conseguenze di una nuova, sconosciuta pandemia.

Fra le diverse azioni messe in campo c'è anche quella di istituire un'Anagrafe della Fragilità, un importante progetto che coinvolge tutti i quattordici ambiti territoriali della provincia bergamasca (profondamente colpita dal Covid) che ha come obiettivo quello di mettere in evidenza e supportare, grazie all'intervento di alcuni operatori che lavorano a domicilio, quelle persone “fragili” sia perché vivono in situazioni di isolamento (anziani soli o persone in difficoltà) sia per problematicità legate ad una situazione clinica complessa.

Il progetto nasce da un'idea di ATS Bergamo, in collaborazione con i sindaci della provincia di Bergamo, la Fondazione della Comunità Bergamasca e le tre Asst di riferimento (Papa Giovanni XXIII, Bergamo Est e Bergamo Ovest), sostenuto da Regione Lombardia – spiega Chiara Bigatti, coordinatrice per l'Ambito Valle Imagna-Villa d'Almè – Partendo da un'analisi di dati, l'idea è stata quella di mettere in evidenza queste persone in stato di fragilità per andare a casa loro per un momento di incontro e conoscenza. Questo metodo di lavoro permette di passare da quello che è sempre stato l'approccio al servizio socio-sanitario, ovvero il cittadino che si rivolge a tali servizi per le proprie esigenze, ad un incontro in cui sono questi ultimi ad andare a casa del cittadino”.

Sono state individuate, su tutto il territorio della provincia, 9.177 persone, di cui 457 nell'ambito Valle Imagna-Villa d'Almè, suddivise in tutti i venti Comuni. Come si svolge il progetto dell'Anagrafe delle Fragilità? Degli operatori del territorio, a fronte di un primo contatto telefonico, possono prendere appuntamento con le famiglie e le persone segnalate per un incontro all'interno della propria abitazione, nel quale verrà somministrata una piccola scheda d'informazione con lo scopo di individuare quelle che potrebbero essere delle situazioni di difficoltà o criticità del singolo soggetto.

I tre operatori che svolgeranno il servizio in Valle Imagna sono Michela Busi, assistente sociale di Ambito, Caterina Gotti e Silvana Manzoni, due OSS già operatrici del servizio SAD, gestito dall'Azienda Speciale Consortile tramite la Cooperativa Città del Sole. Nel mese di novembre si è tenuta la formazione con ATS, mentre a dicembre si è dato il via alla prima fase coinvolgendo anche i Comuni, insieme ai quali è stata inviata a tutte le persone individuate una lettera di presentazione a firma di Gianbattista Brioschi, referente dell'ambito, e del primo cittadino di ogni Comune.

Ovviamente, gli operatori entreranno in casa delle persone con tutti i dispositivi di sicurezza, camice, sovrascarpe, mascherina, visiera e guanti – sottolinea la coordinatrice Bigatti –. A tutti gli operatori, inoltre, è stato effettuato un tampone. Dopo aver inviato le lettere, abbiamo iniziato, nei giorni scorsi, ad effettuare le prime telefonate e a fissare i primi appuntamenti. In ogni caso, chiunque abbia qualche dubbio o necessiti di informazioni può telefonare all'Azienda Speciale Consortile, tutti i giorni dalle 10 alle 12”. Il progetto è dunque partito a dicembre e terminerà con la fine di marzo 2021.

La cosa più importante è che, a fronte di questi incontri ed analisi con i cittadini, possano emergere sia dei bisogni che dei punti di forza e possa essere questo un primo passo, una prima sperimentazione verso un avvicinamento del servizio al cittadino – conclude Bigatti – Invertire, scambiare un po' quella che è sempre stata la quotidianità e la consuetudine in cui il cittadino, quando ha bisogno, viene a chiedere: non è detto che accada, soprattutto all'interno delle nostre valli. Sicuramente in questa fase è fondamentale riuscire ad abbattere un po' di diffidenza, che è normale ci sia. Ma potrebbe essere l'inizio di una progettualità che potrà poi svilupparsi anche nei periodi futuri, magari proprio come servizio dell'Azienda Speciale Consortile”.