Luca Baj

11 set 20212 min

Dante, un’epopea pop

Ospite: Giuseppe Antonelli

La fortuna popolare di Dante comincia già nel Trecento e arriva fino a quell’universo culturale che chiamiamo “pop”: un immaginario condiviso nel quale Dante è diventato a tutti gli effetti un’icona. C’è il Dante simbolo dell’identità culturale italiana, la cui effigie passa dalle lire agli euro. C’è il profilo di Dante usato già da tempo come marchio commerciale e in chiave pubblicitaria. C’è il Dante personaggio che ritorna – un po’ in tutto il mondo – nelle trame di libri, film, fumetti, giochi di successo. Un Dante non pedante, insomma: ancora presente con forza nella nostra vita di tutti i giorni.

L’incontro prende spunto dalla mostra Dante Gli occhi e la mente. Un’epopea pop (4 settembre 2021 – 9 gennaio 2022) che Giuseppe Antonelli sta curando per il Museo d’Arte della città di Ravenna.

Cantabilità dei versi di Dante.

La nostra lingua non sarebbe questa se non fosse per Dante, che è davvero il padre della nostra lingua e cultura.

La poesia di Dante contiene in sé la musica, perché utilizza la musicalità delle parole nella composizione dei versi.

Antonello Venditti, Jovanotti, De Gregori, Borges sono tutti autori che hanno voluto riprendere, storpiandoli parzialmente, i versi di Dante.

Dante popolare diventa Dante pop-orale.

Nell’’800 emerge il culto del patriottismo di Dante.

Utilizzo di “Dante” come marchio pubblicitario per ogni tipo di prodotto, ciò dimostrando la forza comunicativa del Poeta.

Purgatorio quale luogo di purificazione delle anime, e da qui addirittura il nome di purganti, lassativi, carta igienica.

La criptografia mnemonica era il fondamento di una serie di giochi enigmistici che si sviluppavano dal ’700 in avanti, come i rebus, giochi da tavolo, gallerie degli orrori ed altri giochi.

La fama di Dante parte dal ‘300 e diventa subito iconica.