Paolo Baruffaldi

23 set 20203 min

I dubbi delle imprese sul Recovery plan

Tra gli imprenditori serpeggia la paura sulla mancanza di visione nel gestire la grande partita del Recovery plan. Gli imprenditori pertanto si interrogano sugli scenari che potrebbero aprirsi qualora le risorse non venissero impiegate correttamente o se non vi fosse una visione strategica su come impiegare le risorse. Pertanto gli imprenditori si interrogano su questi temi, all’indomani del via libera governativo alle linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Jonathan Morello Ritter, presidente nazionale dei Giovani Confapi ne è convito: «Il Recovery plan?», spiega l’imprenditore padovano in un’intervista all’Adnkronos, «lo aspettiamo con ansia, non c’è che dire. Ma, in attesa di capire quali saranno i progetti veri e propri, credo che una prima analisi delle linee guida non possa non evidenziare un rischio e una lacuna». Il rischio «è quello di vedere dispersi a pioggia i 209 miliardi di euro messi a disposizione dall’UE», evidenzia Morello Ritter, per il quale, stando al documento, «i progetti sono potenzialmente 660». La lacuna “seria” è invece data appunto «dalla mancanza di una visione» che possa fare da regia alle proposte messe in campo.

Secondo il presidente dei giovani Confapi, il confronto che si impone è quello con la Francia, «che ha dimostrato un passo totalmente diverso rispetto al nostro: si vede bene come oltralpe ci sia una strategia d’insieme che qui manca. La Francia ha infatti già chiarito di voler essere leader mondiale nel settore del riciclo dei rifiuti ed essere energeticamente indipendente entro il 2050. Due obiettivi dichiarati». Secondo Jonathan Morello Ritter dei giovani Confapi, senza un obiettivo a lungo termine a cui mirare, «i mezzi e le risorse che metteremo in campo rischiano di non avere la spinta che serve. Cosa farà l’Italia dei suoi beni culturali? Quale futuro ci sarà per il Sud del Paese? Come dovranno essere organizzate le Pmi nel 2050? E, soprattutto quale futuro attende le nuove generazioni?», sono le domande che a detta dell’imprenditore devono ancora trovare risposta. Ma quali sono gli obiettivi che dovrebbe porsi il sistema Paese? Per il presidente dei giovani Confapi la strada maestra sarebbe quella di rendere l’Italia lo Stato «con il maggior turismo qualificato e sostenibile al mondo, la migliore sanità» e che ci ponessimo l’obiettivo di essere «leader in Europa per la ricerca e lo sviluppo». Il presidente dei giovani Confapi tiene a sottolineare di non voler criticare il governo prima di vedere il documento definitivo ma, «da quanto traspare le azioni proposte sembrano molto frammentate». Tornando al paragone con la Francia, che «conta su metà delle risorse messe a disposizione per l’Italia», Morello Ritter evidenzia come i transalpini investano 6 miliardi di euro per i giovani. «E noi?», si chiede. «Nel documento non c’è un accenno diretto a loro. Eppure siamo ultimi in Europa in quanto al numero di laureati e la disoccupazione giovanile supera il 30%». Oltre alle agevolazioni per sostenerne i costi, è il ragionamento conclusivo di Jonathan Morello Ritter, sarebbe utile ad esempio «promuovere gli investimenti nel capitale delle Pmi, prevedendo una detrazione fiscale del 50%, come accade già per le Start Up innovative. In questo modo le aziende sarebbero più solide, liquide e potrebbero affrontare con più serenità le sfide del futuro».

In generale il mondo delle imprese, in questa fase, lamenta uno scarso coinvolgimento nei piani strategici per il rilancio. E’ evidente che gli impegni dell’Italia per i prossimi anni non possano prescindere dall’opinione delle categorie produttive e dal mondo dell’impresa.