Luca Baj

22 mag 20202 min

Indicazioni su adempimenti AML nell’emergenza Covid-19

Il 4 maggio 2020[3] il FATF ha pubblicato un primo rapporto sui rischi, le best-practices e le risposte politiche alle nuove minacce e vulnerabilità sistemiche in ottica antiriciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo, con lo scopo di implementare rapide ed efficaci misure per rispondere all’emergenza pandemica. Il documento è stato redatto grazie alle informazioni fornite dai Paesi membri dell’Organismo Intergovernativo, dal Fondo Monetario Internazionale, dalla Banca Mondiale e dalle Nazioni Unite, in relazione ai primi riscontri e alle prime iniziative prese per affrontare il contesto emergenziale. La pubblicazione descrive le principali minacce e rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo che la situazione di criticità ha fatto emergere; infatti le misure restrittive di contenimento (lockdown)[4] hanno consentito alle organizzazioni criminali di trovare terreno fertile per la commissione di reati in diversi settori. Nello specifico, si riscontra un significativo aumento delle frodi in genere e, nello specifico: (i) la contraffazione di forniture mediche, dispositivi di protezione individuale e prodotti farmaceutici prevalentemente tramite il commercio online; (ii) alcuni membri del GAFI hanno evidenziato un aumento delle truffe connesse alla falsa raccolta di fondi da parte di sedicenti Enti di beneficienza che richiedono donazioni per combattere il Covid-19 utilizzando canali di pagamento elettronici; (iii) si segnalano anche truffe nel settore degli investimenti finanziari in società che apparentemente avrebbero scoperto delle cure per combattere il virus. Altro settore interessato da un incremento di attività criminali è quello connesso al cybercrime. In particolare attacchi informatici di phishing che utilizzano false email per inserire malware sui dispositivi informatici, ovvero per ottenere i dati bancari di privati o aziende. Sono stati rilevati numerosi attacchi ransomware che, sfruttando falsi siti web e applicazioni apparentemente collegati al Covid-19, consentono di bloccare l’accesso ai dispositivi delle vittime al fine di ottenere il pagamento di un “riscatto”.