giorgiapagni

12 feb 20202 min

Istat: Censimento permanente delle imprese 2019

L’Istat ha presentato i primi risultati del Censimento permanente delle imprese 2019. Il lavoro fotografa statisticamente il 25% delle aziende produttive del Paese. Gian Carlo Blangiardo, presidente Istat ha spiegato che “I dati del Censimento trovano fruttuosa integrazione con quelli delle fonti amministrative presenti nei registri Istat, la “permanenza” del Censimento è data dagli aggiornamenti annuali delle informazioni di base, e approfondimenti periodici con un taglio multiscopo che utilizzano un campione molto ampio, nel caso specifico parliamo di 280mila imprese con 3 e più addetti, rappresentative di un universo di poco più di un milione di unità, corrispondenti al 24,0% delle imprese italiane”. Secondo Davide Carlo Caparini, assessore regionale bilancio e semplificazione, “è fondamentale comprendere caratteristiche strategiche e culturali delle imprese sul territorio ma è importante più di tutto avere “campioni nazionali”, cui riferirsi in un tessuto prevalentemente di Pmi flessibili e dinamiche capaci di innovazione di prodotto di sviluppo di fare sistema nell’ottica dell’internazionalizzazione”. Secondo il campione di imprese prese a riferimento dal Censimento, il 75% delle imprese italiane è controllato da persone fisiche o da famiglie e la gestione aziendale di queste imprese è, nella maggior parte dei casi, di competenza dell’imprenditore o di un membro della famiglia proprietaria. Emerge, inoltre, che sono le grandi aziende a contribuire ad incrementare il peso occupazionale, mentre è in flessione il numero di micro imprese e della relativa occupazione, in controtendenza rispetto al decennio precedente. E ancora, si evidenzia una crescita delle aziende di servizi andando così verso un’ulteriore terziarizzazione delle attività, mentre scende la quota di imprese appartenenti all’industria. La quasi totalità delle imprese con almeno 10 addetti, sostiene di aver intrapreso almeno uno dei percorsi di processo per lo sviluppo e l’innovazione del business tra quelli indicati: modernizzazione tecnologica, diversificazione dell’attività principale, transizione verso una nuova area di attività e trasformazione innovativa della propria attività, ma anche di aver investito in ricerca e sviluppo, tecnologie e digitalizzazione, capitale umano e formazione, internazionalizzazione, responsabilità sociale e ambientale.