Barbara Fumagalli

22 mag 20182 min

Italia numero uno al mondo per numero di produttori di lusso

Nel 2016 le 100 aziende top del lusso mondiale hanno venduto beni per 217 miliardi di dollari, concentrate per il 90% in soli otto Paesi. Di questi, l’Italia è il primo per produzione.


Secondo il “Global Powers of Luxury Goods 2018”, nuova edizione del report pubblicato da Deloitte che prende in esame i bilanci dell’anno fiscale 2016 (chiuso entro il 30 giugno 2017) delle 100 aziende top dell’alto di gamma, con 24 aziende l’Italia ha il primato del numero di produttori del settore. Seguono a distanza gli Stati Uniti, con 13, il Regno Unito con 10 e la Francia con 9.

Un primato importante, che però perdiamo se si guarda la dimensione e il volume di vendite medie di tali aziende: la Francia ci batte con un fatturato medio di 5,8 miliardi di dollari, a fronte dei nostri 1,4.

Le nostre aziende sono più piccole, il nostro tessuto produttivo più frammentato, tanto che nella top 10 delle aziende mondiali si trova solo un’italiana, Luxottica, al quarto posto. I successivi sono Prada al 19esimo posto e Giorgio Armani al 24esimo.

Questre tre aziende, si legge nel report, raccolgono circa la metà delle vendite del lusso made in Italy della top 100.

Una frammentazione, in mano principalmente alle famiglie fondatrici, che non è negativa nel momento in cui, nota lo studio, «le famiglie operano un forte controllo sulla coerenza del design», uno dei punti di forza del made in Italy. Ma la tutela dell’heritage non è tutto, specialmente in un contesto globale sempre più definito dalle abitudini di acquisto dei Millennials, meno fedeli ai marchi e più attratti da caratteristiche come unicità e qualità.

La sfida creativa e innovativa è aperta, e che molte aziende italiane debbano ancora investire in questo senso è testimoniato dal tasso di crescita generale del Paese, il più basso rispetto ai competitor, solo +1,5% rispetto al +5,8% della Francia e al +3,2% della Gran Bretagna.