Emanuele L. Basso Ricci

28 feb 20202 min

J.P.Morgan lancia un nuovo ETF su bond HY: analisi e selezione multifattoriale

Aggiornato il: 13 mar 2020

In un sistema a tassi ridotti, altamente liquido ma che continua a rivedere al ribasso le aspettative di crescita, selezionare le remunerative esposizioni HY per non dover fare i conti con la strutturale debolezza degli issuers più esposti, risulta operazione laboriosa e certo riservata ad operatori professionali e di comprovata esperienza. Mentre i mercati, appesantiti oggi dal sell off "avviato" dai timori per la diffusione del coronavirus, si interrogano sulle future ripercussioni degli eventi sulle già deboli prospettive di crescita, le banche centrali rinnovano tuttavia la propria disponibilità ad ulteriori interventi espansivi, questa volta certo assistiti da politiche fiscali che alcuni già definiscono senza precedenti. Sarà forse l'ennesima replica di ciò cui abbiamo ripetutamente assistito in questi ultimi dieci anni di continui risk off poi trasformati in periodi di eccessivo ottimismo da stimoli continui? Il nuovo J.P. Morgan Global High Yield Corporate Bond Multi-Factor UCITS ETF (IE00BKKCKJ46), denominato in USD, appena quotato su ETFplus si propone di rispondere alle esigenze degli investitori
 
in cerca di soluzioni d'investimento obbligazionarie in grado di affrontare scenari in rapido mutamento. L'ETF propone infatti esposizione ad un paniere di obbligazioni HY costruito secondo una strategia multifattoriale atta a replicare alcune delle logiche di base della gestione attiva, fornendo quindi una selezione più attenta alle dinamiche del rischio, la quale, potenzialmente potrebbe costituire un argine agli alti livelli di indebitamento raggiunti, un posizionamento in grado di giovarsi di un ulteriore allentamento delle tensioni indotto dalle istituzioni senza chiudere le porte a futuri apprezzamenti. La selezione, estesa a livello globale ma limitata a bond quotati sui listini europei, viene effettuata sul parent index ICE BofAML Global High Yield Index ossia limitando il campo a bond con non meno di 18 mesi di maurity residua, denominati in USD, CAD, EUR, GBP. La strategia esclude dall'indice anche i bond con rating sotto CC, ossia quelli manifestamente già a rischio come anche il debito subordinato e le emissioni in una valuta che, eventualmente, non superi il 5% del parent index. I titoli rimanenti affrontano poi un'ulteriore valutazione e pesatura multifattoriale che, secondo un sistema proprietario, valuta i premi al rischio sulla base delle logiche quality, value e momentum. Se l'esposizione settoriale ai bond corporate, come pure l'esposizione valutaria, rispecchiano quanto osservabile nel parent index, i titoli prescelti, differentemente da quanto accade nei bond ETF tradizionali, sono pesati al fine di massimizzare l'esposizione congiunta ai fattori individuati. Il portafoglio ottimizzato così ottenuto gode di un quota di diversificazione aggiuntiva derivante dall'approccio multifattoriale. Le diverse fasi di mercato tendono infatti a premiare specifiche esposizioni fattoriali piuttosto che altre, ma un approccio multifattoriale esteso dalla scelta dei titoli fino alla definizione dei loro pesi in portafoglio punta ad individuare quelle emissioni che dimostrano di poter generare performance ed esposizione al rischio promettenti attraverso scenari di mercato molto diversi tra loro. In altri termini, l'ETF cerca di ottenere una minore volatilità nel tempo, grazie appunto ad un'esposizione versatile. Nonostante l'impiego di un approccio rule based, l'ETF è anche in grado di superare le grandi inefficienze legate alla semplice replica di un benchmark obbligazionario, nel quale l'assegnazione dei pesi è positivamente correlata ad un maggiore indebitamento. L'ETF sbarca su Borsa Italiana nella classe a capitalizzazione dei proventi ed è disponibile in funzione di un TER pari allo 0.35%.