Emanuele L. Basso Ricci

17 apr 20204 min

Low carbon 2.0: Lyxor firma i primi ETF sui nuovi MSCI Climate Change Indexes

MSCI lancia una gamma indici trend following sulla riduzione delle emissioni

E' più sensato investire nelle evidenze di un presente scomodo o nelle aspettative su un futuro che tarda a manifestarsi? Questo è, in estrema sintesi, il dubbio amletico che assilla l'investitore che comprende le potenzialità degli investimenti più rispettosi dell'ambiente in termini sia di rischio che di rendimento ma nutre ancora seri dubbi in merito all'esclusione dal proprio portafoglio di aziende che, pur senza mostrare particolare attenzione al tema, oggi ancora dominano molti mercati. Il problema, insomma, è da ricercarsi nella fase di transizione attuale, la quale necessita certo di un approccio specifico, tanto legato alla realtà odierna quanto premiante verso le imprese più meritevoli. Le imprese, di fronte a scelte importanti e nell'immediato certo onerose, sono però già oggi alla ricerca di importanti stimoli. I regolatori, dopo gli accordi di Parigi, cercano oggi il supporto dei leader globali dell'asset management ai fini di coinvolgere l'investitore privato a convertire le proprie scelte di allocazione in attività e progetti idonei ad arginare il cambiamento climatico. Si tratta di un supporto imprescindibile, anzi, della principale forza motrice per attivare questa transizione e movimentare i capitali necessari a plasmare un futuro sostenibile per il pianeta. Aprile 2020, non a caso, rappresenta proprio la deadline entro la quale gli index provider dovranno fornire soluzioni d'indicizzazione adeguate a coloro che, già forti della trasparenza sul tema introdotta dalla MIFID II, vogliono aggiornare per tempo il proprio portafoglio alle direttive comunitarie, magari sfruttando gli attuali ribassi. Si prevedono tuttavia possibili delay causati dall'emergenza Covid 19, una situazione che, de facto, ha già costretto a posticipare anche i ribilanciamenti di moltissimi indici sia equity che bond. Alternativa ad una gestione di portafoglio attiva abbastanza sofisticata da gestire la svolta green nel tempo potrebbero essere gli indici della gamma Climate Change ideati da MSCI, già leader mondiale nello scoring ESG. Ideati allo scopo di creare portafogli più resilienti al cambiamento climatico e quindi a cogliere nel tempo le inevitabili trasformazioni che saranno imposte al sistema economico, questi benchmark non fondano il proprio approccio sull'immediata selezione ed esclusione ma piuttosto sull'osservazione continua dello scenario attuale e della sua evoluzione tramite la modifica dei pesi attribuiti alle componenti dei portafogli. Pesi maggiori andranno attribuiti alle imprese che sanno e sapranno fornire soluzioni al cambiamento mentre asset incapaci di evolversi vedranno progressivamente ridotta lo loro influenza nel tempo. Si tratta insomma di un'alternativa factor utilizzabile sia come parte integrante di una strategia ESG come pure di una scelta stand alone capace di aggiornare l'esposizione nel tempo alla tematica ambientale. Ad uno scoring ESG, la gamma MSCI Climate Change Indexes sostituisce quindi un più specifico MSCI ESG Low Carbon Transition Score. Lavorando a stretto contatto con gli investitori professionali per incorporare il cambiamento climatico nei loro paradigmi decisionali, MSCI ha inserito nei meccanismi sottostanti a questo sistema di scoring dedicato all'ambiente le principali dimensioni del rischio e le opportunità più rilevanti connesse a questi cambiamenti. Tramite le informazioni raccolte, la metodica quantifica in una scala da uno a tre la vulnerabilità dell'impresa al cambiamento climatico (climate change exposure) in base alle emissioni e in base a che percentuale delle revenues deriva dall'impiego di energie non rinnovabili, sconta l'eventuale implementazione di una strategia fossil fuel free o low carbon come pure l'esistenza di progetti/prodotti green. Rivolta tanto all'equity che al fixed income, attualmente la copertura si estende a più di 9000 aziende con quasi 200 emittenti sovrani con una copertura del 95% del valore di mercato sia equity che bond. I primi ETF costruiti sulla nuova gamma indici sono a firma Lyxor e già quotati sui listini di EuroNext Parigi e Londra. Gli ETF sono però disponibili anche per la clientela istituzionale italiana.

Lyxor MSCI USA Climate Change UCITS ETF - Acc

Il Lyxor MSCI USA Climate Change UCITS ETF – Acc (LU2055175025), valuta base USD, è un ETF UCITS compliant a replica sintetica che punta a replicare, al netto dei costi e altri oneri, l’andamento dell’indice MSCI USA Climate Change Net Total Return Index. Basandosi sull’universo di investimento dell’MSCI USA Index, l’indice benchmark include titoli azionari di grande e media capitalizzazione provenienti dai mercati azionari statunitensi. Il TER annuo ammonta a 25 punti base.

Lyxor MSCI Europe Climate Change (DR) UCITS ETF - Acc

Il Lyxor MSCI Europe Climate Change (DR) UCITS ETF – Acc (LU2056738490), valuta base EUR, è un ETF UCITS compliant di tipo fisico che punta a replicare, al netto dei costi e altri oneri, l’andamento dell’indice MSCI Europe Climate Change Net Total Return Index. Basandosi sull’universo di investimento dell’MSCI Europe Index, l’indice benchmark include titoli azionari di grande e media capitalizzazione provenienti dai mercati di 15 paesi sviluppati in Europa. Il TER annuo è a quota 0.25%.

Lyxor MSCI World Climate Change (DR) UCITS ETF - Acc

Il Lyxor MSCI World Climate Change (DR) UCITS ETF – Acc (LU2056739464), valuta base USD, è un ETF UCITS compliant di tipo fisico che punta a replicare, al netto dei costi e altri oneri, l’andamento dell’indice MSCI World Climate Change Net Total Return Index. Basandosi sull’universo di investimento dell’MSCI World Index, l’indice benchmark include titoli azionari di grande e media capitalizzazione provenienti dai mercati di 23 paesi sviluppati. Il TER annuo è fissato a quota 0.30%.

Lyxor MSCI EM Climate Change UCITS ETF - Acc

Il Lyxor MSCI EM Climate Change UCITS ETF – Acc (LU2056738144), valuta base USD, è un ETF UCITS compliant sintetico che punta a replicare, al netto dei costi e altri oneri, l’andamento dell’indice MSCI Emerging Markets Climate Change Net Total Return Index. Basandosi sull’universo di investimento dell’MSCI Emerging Markets Index, l’indice benchmark include titoli azionari di grande e media capitalizzazione provenienti dai mercati di 26 paesi emergenti. Il TER annuo è stabilito quota 0.30%.