Livio Baj

23 feb 20222 min

Per le antiche scale - Mario Tobino

Mario Tobino, psichiatra e scrittore, tratta la questione dei manicomi e di quella che doveva essere, nelle intenzioni di Basaglia, una rivoluzione epocale nella generale considerazione della malattia mentale e, di conseguenza, nella gestione del sistema degli ospedali psichiatrici.

L’autore, dall’alto della sua esperienza, prova con queste pagine ad accorciare le distanze e a placare le paure della parte sana della società e che tale crede di essere.

“Per le antiche scale” vince, nel 1972, il premio Campiello. Protagonisti dell’opera sono venti racconti-descrizione, dove Tobino traduce in parola scritta animi, pensieri e sofferenze di pazienti e di tutti coloro che abitano, anche lavorandovi, in un manicomio. Venti sberle alle nostre coscienze, unite tra loro dal filo della memoria del protagonista, il giovane medico Anselmo, alter ego dello scrittore, che ricostruisce le vite imbavagliate e recluse nell’istituto psichiatrico di Maggiano, siano esse quelle dei matti e quelle di chi, quei matti, li doveva curare.

E’ un libro delicato e affilato come la lama di un coltello che entra nello spazio insondabile che occupano il dubbio e la paura. Dell’altro, del diverso, di chi, nel dubbio appunto, per paura è meglio che non cammini nelle nostre strade e se ne stia rinchiuso in Istituto (come si diceva un tempo e, ahimè, in troppi dicono ancora), magari assicurato da una camicia di forza.

Un libro al quale sono dolorosamente affezionato, di quel dolore che ha i toni dei ricordi amari, sfumati nella rabbia di quel che, personalmente, non è stato e che per molti, troppi, ha rappresentato una condanna senza colpa.

Un libro, per concludere, da leggere solo se si è pronti a soffrire e a sentirsi un poco colpevoli, non tanto per un passato per alcuni troppo lontano, ma per tutte le volte in cui, nel nostro piccolo presente, cambiamo marciapiedi per non incrociare il matto che ci viene incontro.