Livio Baj

23 feb 20222 min

Radiomorte - Gianluca Morozzi

Una bella famiglia, di quelle in cui chiunque vorrebbe vivere, ha l’opportunità, che in molti vorrebbero, di poter entrare a far parte del favoloso mondo della radiofonia. Solo per pochi minuti, giusto il tempo di un’intervista e vai; poi tutto torna alla vita di tutti i giorni. Padre, madre, figlio, figlia e dall’altro lato del vetro un’intraprendente intervistatrice che, poco alla volta, si farà sempre più invadente ed inizierà a fare domande pungenti e un po’ troppo personali. Inutile dire che il padre la prenderà molto male e inviterà la sua famiglia ad andarsene, sdegnato.

Andarsene, già… e se non fosse possibile? Se fossero prigionieri, senza nemmeno sapere di chi esattamente? Un pazzo? Una pazza? Qualcuno che con le loro ben nascoste cattiverie hanno ripetutamente ferito ed umiliato?.
 
Lo scopo dell’intervistatrice? Uccidere uno di loro. In che modo? Hanno tutta la notte per decidere chi di loro quattro deve morire: tre di loro salveranno la buccia, il quarto morirà per mano di un gas letale. Una scelta difficile, un tempo che potrà aumentare soltanto se ognuno di loro rivelerà il suo segreto più nascosto. Più tempo per salvarsi? O forse per pentirsi e, magari, redimersi? Cosa si cela dietro all’odio dell’intervistatrice? O è qualcun altro a tirare i fili di inconsapevoli marionette gettate malamente su di un palco?

Un libro che toglie il fiato, letteralmente, coprendoci delicatamente, ma inesorabilmente con la coperta della vendetta, dell’odio che non fa sentire null’altro che l’odio stesso. Come se l’altro, o gli altri, fossero meno che degli oggetti privi di qualsiasi sentimento, dolore, paura. Ma con la sottile e perversa eccitazione di sapere che, a differenza degli oggetti, quelle persone li, quelle che stai torturando, dolore, disperazione, smarrimento, angoscia li provano eccome.
 
Un labirinto della mente inquietante e affascinante, una stanza di giustizia e degli orrori che vi rimarrà impressa nella mente per molto, molto tempo.