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Certificati si, certificati no


Il panorama finanziario degli ultimi anni è stato caratterizzato da un sempre crescente numero di strumenti di investimento. Alcuni di essi arrivano dall’ ingegneria finanziaria, giusto per definirne la complessità. I certificati ne sono un esempio. Iniziamo con il chiarire cos’ è un certificato: il certificato è uno strumento finanziario strutturato, composto per lo più da una combinazione di opzioni plain vanilla ed esotiche che vengono “assemblate” dall’emittente per formare un unico strumento di investimento il cui valore dipende da una o più attività finanziarie sottostanti

che genererà un pay-off a scadenza e un possibile flusso cedolare predeterminato in base all’andamento di un sottostante. L’idea non è male. Questo permette di avere strumenti di investimento con cedole interessanti pur avendo la garanzia del capitale (certificati a capitale protetto), oppure la possibilità di ottenere un guadagno se il sottostante sale, pur predeterminando la massima perdita che l’investitore può ottenere nel caso in cui il sottostante dovesse crollare (certificati a capitale parzialmente protetto), oppure la possibilità di ottenere performance positive anche nel caso in cui, a una determinata scadenza, il prezzo del sottostante dovesse scendere fino a una percentuale predeterminata, la cosiddetta barriera, al di sotto della quale il certificato replicherebbe la perdita del sottostante (a capitale condizionatamente protetto, con barriera). Questo è una piccola parte del mondo degli investment certificates. Complementarmente agli investment certificates ci sono i leverage certificates, ovvero dei certificati che replicano un sottostante moltiplicando per una leva predeterminata la performance giornaliera del sottostante, essi si distinguono tra: i Leverage certificates, i Mini Futures e i Turbo certificates.

Già da questa prima catalogazione è evidente come il mondo dei certificati sia vario e possa essere appetibile da una vastità di investitori, sia coloro che cercano una cedola più alta rispetto ai famosi BTP pur non accettando la volatilità dell’equity, sia agli investitori speculatori che amano il rischio, i cosiddetti gamblers.

La cosa davvero importante di questi strumenti è capire quali aspetti valutare per sceglierne l’acquisto, come per esempio: in base a quali driver il prezzo del certificato si muoverà e di quanto, quante sono le tipologie di certificato presenti oggi sul mercato, quali sono i sottostanti utilizzati per la costruzione di questi strumenti.


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