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  • Luca Baj

Manola Ida Venzo e Diego De Silva con Danilo Craveia - ONORE VIOLATO E VENDICATO: LIDIA CIRILLO E MA


Roma, fine della Seconda guerra mondiale. Due giovani, deluse dai soldati che le hanno sedotte, decidono di vendicare il proprio onore. Lidia Cirillo uccide il capitano inglese Sidney Lusch che le aveva promesso le nozze sebbene spo-sato e padre di due figli. Sostenuta dall’opinione pubblica, apparirà in un film dedicato alla vicenda. Matilde Randazzo, sua emula, tenta di uccidere il tenente Antonio Benetti dopo una vera e propria persecuzione nei suoi confronti, ma sarà scagionata in quanto “siciliana dal cuore caldo”. Riportano alla luce queste vicende l’archivista Manola Ida Venzo e lo scrittore Diego De Silva, coordinati da Danilo Craveia. (Organizzazione)

Quest'anno gli organizzatori hanno introdotto un ciclo di incontri che si tengono in Tribunale, nella suggestiva aula di Corte d'Assise, e che trattano di fatti storici di cronaca.

Caso di omicidio. Condanna a quattro anni di reclusione e 3 anni di casa di cura. E' un fatto del 1945, la cui ricostruzione ha comportato l'intervento di archivisti.

L'interesse alla prima vicenda, quella ci Lidia Cirillo, non riguarda tendenzialmente la passionalità dell'omicidio, ma il contesto in cui si verifica. Seconda Guerra Mondiale, e gli ufficiali giravano continuamente all'interno del territorio italiano. Incontravano donne, e intrattenevano relazioni.

Nasce da una promessa di matrimonio da parte del capitano Lusch, dopo un lungo corteggiamento. Ma in realtà è tutta una "truffa", perché Lush ha una moglie e dei figli.

La donna medita la vendetta, e, uscendo armata da casa, si reca nell'ufficio di Lush e lo uccide. La sentenza esclude però la premeditazione, e, dopo la sentenza di condanna, afferma: "Ho ucciso per vendicare l'onore di tutte le donne italiane".

Questa frase fu la "salvezza" della Cirillo, perché spostò l'attenzione dall'omicidio passionale premeditato, a un omicidio socio-politico.

Davvero toccante la lettura della lettera che Mary Lush, vedova, scrisse alla Cirillo, mentre quest'ultima stava scontando la pena.

Il secondo caso non è molto dissimile dal primo. La vicenda di Matilde Randazzo, crocerossina, risale sempre nel 1945, nell'ospedale Militare di Roma. E' ricoverato un tenente italiano, amputato, che la corteggia e, davanti ad una promessa di matrimonio, riesce a farla concedere. E' vergine e trentacinquenne. Nel momento in cui il tenente si sottrarrà alla promessa, si scatenerà una furia immensa di Matilde, nel tentativo di uccidere.

La Randazzo verrà prosciolta e non verrà celebrato alcun processo, ma quello che rileva è l'istinto emulatorio della Cirillo.

Nel fascicolo processuale sono entrati molti scritti della Randazzo, e questo ha consentito di meglio capire il contesto. Venne infatti acquisito il diario di Matilde, in cui era descritta la vita ordinaria, l'incontro, l'amore e la decisione di concedersi al tenente.

Sarà il suo cuore passionale a salvarla della condanna, perché venne riconosciuto che la condotta era per difendere il proprio onore.

La produzione del diario consentì di suggerire al giudice di guardare un altro punto di vista, quello partecipativo-emotivo della vittima dell'ingiustizia, ossia Matilde.

Quale era il vero intento di Matilde? Farsi sposare, perché solo in questo modo sarebbe stata "lavata via" la vergogna che derivava dall'essersi data al suo amante.


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