Véronique Brindeau con Marcello Ghilardi - L’ANTICA QUIETE DEL MUSCHIO

“Possa il Vostro regno/ durare mille e mille generazioni/ fino a quando le pie-tre/ diverran rocce/ tutte coperte di muschio”: così recita l’antica poesia del Kokinshū che i giapponesi hanno scelto come loro inno nazionale. Il muschio viene prima della meraviglia dei fiori e del vigore degli alberi, è la natura stessa che si posa involontaria e umile sulle cose. Nel giardino giapponese il muschioconserva la memoria del tempo, ed è il tessuto erboso dove si incontrano i vivi e i morti, sul quale i monaci appoggiano il capo per sognare. Véronique Brindeau, esperta di musica e poesia giapponese ed autrice di Elogio del muschio, ci invita a guardare con altri occhi a questi morbidi tappeti vegetali ignorati dai giar-dinieri d’Occidente, in compagnia di Marcello Ghilardi, ricercatore di Estetica presso l’Università di Padova.
Si può parlare di tutto.
Si può parlare di tutto parlando dell'uomo. Cogliere le analogie, trovare spunti di riflessione e pure modelli comportamentali anche parlando di muschio.
A Parigi è nata la moda dei "giardini condivisi", in cui la gente coltiva quello che vuole, e tutti insieme collaborano per la loro tenuta.
E' difficile porre in contrapposizione la cultura occidentale con quella orientale, più caratterizzata dalla saggezza, per natura.
Diderot, nella sua enciclopedia, definì il muschio come un'essenza vegetale di poco interesse per i botanici, perché la gente generalmente lo pesta. E Diderot aggiunse che era, però, un peccato....
Il muschio ci fa fare un'esperienza di attenzione, portata ad evitare quella distrazione che parifica alla morte.
Le tradizioni letterarie occidentali sono propense a condurre il lettore all'attenzione per la ginestra, la quercia, l'abete. Nella cultura giapponese, invece, è sempre presente il muschio.
Il muschio non ha radici, ma ha sue forme proprie di radicamento. Come l'essere umano, che si muove, ma ha bisogno di una forma di radicamento, di attenzione, di cura.
Il mondo è fatto da suoni che lo attraversano, e l'autore attraverso il suono giunge a comprenderlo.
Ha una vita propria, è una materia viva alla quale non può essere imposta una forma.
Secondo la filosofia giapponese, l'essere umano non è altro che l'ambiente in cui vive, e, attraverso uno scambio continuo di energie, riesce ad accordarsi (nell'etimologia latina), entrando in sintonia con il tutto che lo circonda.
Il muschio dà il sapore di una cosa piccola che è in grado di espandersi e coprire il terreno; qualcosa che calpestiamo ma, al tempo stesso, che copre.
Luogo metaforico dell'esistenza.