Carlo Lucarelli e Michele Di Sivo - VITE CHE NON CHIEDEVANO AFFATTO DI RACCONTARSI

Così la storica francese Arlette Farge, autrice di Le goût de l’archive, allude alle infinite storie racchiuse negli archivi giudiziari. Consultandoli abbiamo la sensazione di osservare da vicino la quotidianità di persone comuni e non che, coinvolte loro malgrado in vicende giudiziarie, si trovano a raccontare aneddoti che mai avrebbero consegnato ai posteri volontariamente. Miriadi di voci più o meno veritiere che costituiscono un oceano nel quale studiosi e scrittori amano perdersi, pieno di insidie ma aperto a un numero sterminato di rotte. Delle gioie e dei dolori di una simile navigazione discutono insieme, confrontando le loro diverse esperienze, Michele Di Sivo, archivista presso l’Archivio di Stato di Roma, docente e studioso di fonti processuali, e Carlo Lucarelli, da sempre abile narratore delle vicende giudiziarie. (Organizzazione)
La storia della giustizia parte dall'oralità del processo, per transitare in una fase in cui era il notaio a raccontare il processo, le dichiarazioni dell'accusato, quindi veicolando la narrazione attraverso il suo sentire.
Gli archivi di Stato contengono un patrimonio inestimabile da consegnare alla ricerca storica. Il documento è il punto di partenza per la ricostruzione storiografica, anche nella consapevolezza del fatto che quei documenti possono non raccontare la verità, ma questa sta nell'esistenza stessa del documento storico.
Lo scrittore non fa altro che mettere in moto le cose, far girare i meccanismi, sulla base di qualcosa che già esiste o è esistito.
La messa in scena di una rappresentazione anche fantasiosa parte dal fatto che esistono "zone grigie" in cui le cose si compiono ma non sono note. E' lì che il romanziere interviene e crea.
Guardare le carte vuol dire trovare dettagli che non si avrebbe mai pensato di trovare.
Il documento segreto è quello che non lascia traccia.
Lo storico che si occupa dell'archivio giudiziario, è in grado, rispetto Aldo ogni singolo giudice che si è occupato della singola vicenda, di creare collegamenti tra i fatti storici, e, in astratto, trovare una verità diversa e superiore rispetto a quella accertata.