Istigazione all'odio nei mezzi audiovisivi; interviene l'Agcom
L’Agcom interviene sul dibattito che si è sviluppato nei media audiovisivi. L’Agcom esprime preoccupazione per il rischio che il dibattito sui flussi migratori dia vita a discorsi stereotipati e discriminatori ed ha quindi avviato un procedimento per l’adozione di un regolamento sul rispetto della dignità umana, del principio di non discriminazione e di contrasto all’istigazione all’odio basato su sesso, etnia, religione o nazionalità, “ritienendo essenziale adottare un regolamento volto a prevenire e combattere fenomeni di discriminazione, spesso alimentati da strategie di disinformazione”. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani (ODIHR dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), sostiene l’Agcom, “i crimini generati dall’odio, prevalentemente basati su razzismo e xenofobia sono quasi raddoppiati nell’arco di un triennio, dal 2013 al 2016, confermando i timori di una possibile correlazione tra la crescente diffusione dei discorsi d’odio sui diversi media e l’incremento di aggressioni concrete e violente, ancorché isolate”. L'intenzione dell'Agcom di intervenire deve servire affinché “nei servizi di media audiovisivi e radiofonici, pur nel pieno dispiegarsi della libertà editoriale e di espressione, sia nondimeno assicurato l’effettivo rispetto dei diritti fondamentali di dignità della persona e del principio di non discriminazione, oltre che il divieto di incitamento all’odio basato su etnia, sesso, religione e nazionalità, nonché di procedere ad uno specifico monitoraggio circa le tematiche di pluralismo politico-sociale rilevanti a tal fine”.
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