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Lyxor porta anche in Europa il primo ETF emerging markets ex China: diversificare in un mondo che ca


L'equity continentale cinese è pronta a conquistare una quota non più trascurabile del portafoglio dei principali indici emerging cambiandone gradualmente, ma definitivamente, le caratteristiche fondamentali, già mutate a seguito dell'evoluzione del paese da fabbrica del mondo a superpotenza globale. A spese delle altre economie emergenti, naturalmente. Infatti, con una quota superiore al 30% delle allocazioni di portafoglio dei principali indici equity emerging, la Cina costituisce già oggi di gran lunga il principale destinatario di questi investimenti ma, con l'introduzione delle Ashares la Repubblica Popolare incrementerebbe ulteriormente il proprio peso sull'intero portafoglio. Si tratta di un' allocazione soddisfacente per alcuni investitori, in quanto rappresentativa del panorama emergente ma anche un'evidenza di certo molto lontana dall'idea di diversificazione che inizialmente ispirava questi indici quali veicoli d'investimento comunque ad alto rendimento.

Il mercato presenta ormai moltissime alternative d'investimento stand-alone sul solo mercato cinese, queste in grado di personalizzare con notevole grado di dettaglio l'esposizione al colosso asiatico, in particolar modo in merito alla quota da destinare alle Ashares andando quindi a coprire le esigenze più diverse, da una loro esclusione, fino alla loro completa integrazione, passando per alternative in grado di seguire nel tempo il processo di integrazione di queste azioni nel paniere degli indici che offrono esposizioni diversificate su più paesi. Se dunque all'investitore non mancano le alternative (ormai anch'esse dotate di replica fisica e TER contenuti) per sfruttare la crescita cinese, che resta comunque tra quelle più rilevanti a livello mondiale, il nuovo Lyxor MSCI Emerging Markets Ex China UCITS ETF, appena sbarcato sul listino XETRA e LSE, risponde all'esigenza opposta, ossia quella di poter fruire, con un unico strumento, di un'esposizione emerging diversificata senza che questa debba fare i conti con le dimensioni, le peculiarità, e l'evoluzione del gigante asiatico. L'ETF, come da tradizione emerging, sfrutta una struttura sintetica per replicare il MSCI Emerging Markets Ex China Index, benchmark che consente l'esposizione a 25 paesi in via di sviluppo ed un numero elevato di componenti (oltre 700), scelti tra mid e large cap. L'esclusione della Cina determina un prevedibile guadagno in termini di diversificazione e principali allocazioni rivolte verso Corea del Sud 18.1%, Taiwan 15.8%, l' India 13.1%, il Brasile 11.2%, e il Sud Africa 8.7%. Le commissioni sono fissate a 30 punti base. L'ETF non prevede lo stacco di dividendi.

Box

MSCI Emerging Markets Index

Composizione del MSCI Emerging Markets Index, in assoluto l'indice più importante ed investito per ll'equity cinese (aprile 2019): Cina 30%, Corea del Sud 13%, 11.35% Taiwan, India 9.16%, Brasile 7.23%, Sud Africa 5.89%, Russia 3.77%, Messico 2.65%, Tailandia 2.34% e altri al 11.59% (l'indice investe in 26 paesi).


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