Non sono solo le multinazionali a scappare, anche gli investimenti pubblici continuano a diminuire.
In questi giorni sta tornando alla ribalta il problema annoso legato all’Ilva, che per l’ennesima volta mette in risalto uno degli aspetti strutturali più negatividel sistema Italia, da cui gli investitori privati, multinazionali in primis, tendono sempre di più ad allontanarsi: la costante incertezza delle regole e l’insicurezza sulle prospettive di stabilità legislativa, amministrativa ed economico-finanziaria. Ma non sono solo gli investitori del settore privato ad evitare di mettere soldi nel nostro “sistema industriale”: rispetto al 2009, l’Italia ha tagliato del 37,1% la spesa pubblica per investimenti, passando dai 54,1 miliardi del 2009 ai 34 miliardi del 2017, con una riduzione di circa 20,1 miliardi di euro. Si tratta del valore più basso fatto registrare dal 2004 ad oggi. Negli ultimi otto anni la spesa pubblica per investimenti in Italia è calata in media di 2,5 miliardi ogni anno. Per quanto riguarda invece la spesa pubblica per investimenti in rapporto al Pil, si confermano le differenze tra i Paesi “virtuosi” e quelli più periferici dell’Eurozona. Tra i Paesi che hanno tagliato di più la spesa pubblica per investimenti su Pil, compare l’Italia con una riduzione dal 3,4% al 2% del Pil (-1,4 punti percentuali nel periodo). Cali importanti si sono verificati anche in Spagna (-3,1 punti percentuali), Grecia (-2,4 punti percentuali) e Portogallo (-2,3 punti percentuali). La riduzione media complessiva degli investimenti pubblici nei vari Paesi europei dal 2009 al 2017 è stata di un punto percentuale. L’Italia investe troppo poco in infrastrutture fisiche e digitali, mentre avrebbe invece bisogno di rendere più rapidi ed efficienti i trasporti e gli scambi, oltre che i sistemi burocratici ed amministrativi. Nel 2009 lo Stato investiva più di 54 miliardi in opere pubbliche, oggi sono scesi a 34. E nemmeno con l’ultima Legge di bilancio rilancia sembra invertirsi questa tendenza: si continua a privilegiare la copertura della spesa corrente a scapito degli investimenti per il futuro del sistema economico del paese: ma allora, se per primi non siamo noi ad investire sul futuro dei nostri figli, perché dovrebbero farlo le multinazionali di altri paesi?
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