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Paolo Baruffaldi

Gli effetti della pandemia in Italia e in Cina

Le stime degli analisti economici considerano l’impatto diretto della diffusione del virus nelle regioni italiane, con effetti immediati e di più lunga durata, a seconda del settore considerato. Lombardia e Veneto, le due regioni dove maggiori sono stati i casi e più drastiche le misure di contenimento, contano per il 31% del Pil italiano. Aritmeticamente, una contrazione del 10%in sole queste due regioni significa una diminuzione del 3% di quello per l’intero Paese. Ora gli analisti dovranno valutare, pur a fronte di una forte contrazione dell’economia, gli effetti dello smart working. La pandemia infatti si sta sviluppando nell’era dei social e della possibilità del lavoro da casa e questo non si sa che effetto potrà avere nel contenimento delle perdite. A tale crisi, che interesserà tutta l’UE, occorre aggiungere quella della Cina e degli USA. La Cina è il più grande mercato automobilistico del mondo sia come produzione sia come consumo. Proprio Wuhan, la città al centro dell'epidemia, è sede di uno dei principali poli di impianti automobilistici (con circa il 10% della capacità di produzione automobilistica del paese e 2,24 milioni di veicoli prodotti) tra cui General Motors, Honda, Nissan, Peugeot Group e Renault e le cinesi Changan e Dongfeng. Solo per la Honda, Wuhan rappresenta circa il 50% della produzione totale in Cina. Con la diffusione del coronavirus, molte case automobilistiche in tutto il paese avevano interrotto la produzione.


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