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Andamento dei consumi in Europa e in Italia

PAROLA ALLA COMMISSIONE EUROPEA:

«La pandemia di coronavirus ha colpito duramente i consumi, la produzione industriale, gli investimenti, gli scambi, i flussi di capitali e le catene di approvvigionamento. Il previsto allentamento progressivo delle misure di contenimento dovrebbe porre le basi per una ripresa». È quanto affermato nel documento stilato dalla Commissione europea, presieduta da Ursula von der Leyen. «Tuttavia – si legge nel documento previsionale – non si prevede che l’economia dell’Unione recuperi interamente le perdite di quest’anno prima della fine del 2021. Gli investimenti resteranno contenuti e il mercato del lavoro non si riprenderà completamente. Sarà quindi fondamentale mantenere l’efficacia delle misure politiche di risposta alla crisi a livello nazionale e dell’Ue per limitare i danni economici e facilitare una ripresa rapida e solida». (1)

I CONSUMI IN EUROPA

L’emergenza coronavirus, si sa, ha colpito tutte le principali economie mondiali. Per le economie europee l’impatto è stato pari a quello di un uragano che ha travolto tutti i settori, soprattutto quello dei consumi. Questo perché l’ondata Covid-19 ha messo in ginocchio tantissime famiglie facendo vacillare ogni certezza intorno alla salute, lavoro e finanze personali. Se l’Italia sorprendentemente non rientra tra i Paesi più colpiti sotto questo profilo (e questo potremmo attribuirlo alla già mancata fiducia degli italiani nel consumare), nei paesi europei la botta si è fatta sentire più prepotentemente. La Spagna forse è il paese che ne ha risentito di più data la situazione più che positiva pre covid. La Germania, con gol governo Merkel, è riuscita, nel corso di tutta la pandemia, ad arginare il più possibile i terribili effetti della pandemia, riducendo al minimo il fermo dell’attività produttiva adottando misure di distanziamento rivelatosi efficaci. Andando ad analizzare i dati, infatti, la fiducia dei consumatori in Spagna è caduta da 90 punti a 62 mentre in Germania da 101 a 87, perdendo 14 punti. La Gran Bretagna, invece, ha registrato un crollo di 18 punti passando da 102 a 84 mentre la Francia è passata da 86 a 70 punti. Secondo un rapporto realizzato dalla società di consulenza globale Alvarez & Marsal in collaborazione con Retail Economics, basato su un campione di 6mila consumatori appartenenti a sei paesi europei (Italia, Germania, Gran Bretagna, Francia, Spagna e Svizzera), dalla pandemia esce rafforzata la vendita online, che quest’anno aumenterà di 13,6 miliardi il suo giro d’affari in Europa. In Gran Bretagna aumenterà di 5 miliardi e in Francia di 3 miliardi. Infatti, il consumatore si è spostato sulla’e-commerce: la percentuale sale al 55% per i consumatori in Italia e Spagna, nazioni più colpite dall’emergenza sanitari. Secondo il report Alvarez&Marsal peggio dell’Italia ì, in termini di penetrazione dell’online nei consumatori, c’è solo la Spagna “che mostrerà una simile spinta propulsiva, passando da un 5,3% del 2019 a un 7,3% per il 2020 destinato ad assestarsi a un 7,6% per il 2021. Capofila in termini di abitudini dei consumatori all’acquisto online, la Gran Bretagna, che per quest’anno tocca 24% (+4% rispetto al 2019), una percentuale così alta da doppiare la Germania, seconda in classifica con un 13,9% per il 2020” (4). Stiamo quindi assistendo ad un un mutamento radicale delle abitudini di consumo, unito alla velocità di spostamento sui canali digitali.

I CONSUMI IN ITALIA

La crisi generata dalla pandemia ha portato a un generale taglio dei consumi degli italiani e solo dove possibile al risparmio. In vista della giornata del risparmio, la ricerca Acri-Ipsos ha evidenziato come il 63% degli italiani prediliga la liquidità: se da una parte si rileva un aumento del numero dei risparmiatori, d’altra parte è diffusa una preoccupazione generalizzata circa i destini del Paese e del mondo, che induce molta cautela sia nel consumo, che nell’investimento. (2)

Il taglio dei consumi degli italiani è attestato anche dall’Istat nel report sui consumi delle famiglie. «Le stime preliminari del primo trimestre 2020 mostrano che le misure di contenimento della diffusione del Covid-19 hanno prodotto un calo di circa il 4% della spesa media mensile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente». In particolare, spiega l’Istituto di statistica, «la marcata riduzione dell’offerta e della domanda commerciale al dettaglio ha determinato una flessione delle spese diverse da quelle per prodotti alimentari e per l'abitazione di oltre il 12% rispetto al primo trimestre 2019». (3)

Il report Alvarez&Marsal ha messo in evidenza come gli italiani abbiano aumentato la spesa per il cibo del 15%, decurtando però tutte le altre categorie d’acquisto: giù del 75% vestiti e scarpe, -50% per i mobili, -20% per libri e giornali. Tra i beni “non di prima necessità” hanno resistito solo i consumi di quei prodotti legati al maggior tempo trascorso tra le mura domestiche, come ad esempio elettronica di consumo, pc portatili o attrezzature per la ginnastica in casa. (4)

Infine, da non dimenticare, l’incremento delle connessioni Internet: dal rilascio del decreto dell’8 marzo, infatti, si è riscontrato un incremento del traffico pari al 25%. «Ci stiamo scambiando mille miliardi di bit al secondo, che corrisponde a un’enorme quantità di informazioni, è il nostro record storico» ha spiegato Valeria Rossi, direttore generale del Milano Internet Exchange, il centro di interconnessione dati da cui passa il 20% del traffico in Italia.




NOTE

Documento previsionale Commissione europea

Corriere della Sera; Acri, effetto Covid, gli italiani tagliano i consumi e risparmiano di più

Il Sole 24Ore; Istat, il coronavirus colpisce i consumi: -4% nei primi 3 mesi

La Stampa; Report Alvarez&Marsal: “il Covid cambierà radicalmente i consumi di 16,4 milioni di italiani”


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