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Dialogo dellabellezza

Il presepe è un’occa- sione di incontro, di condivisione, di spe- ranza attraverso il dialogo della bellezza». Con queste parole mons. Lorenzo Frana, prelato gandine- se morto nel 2005, approfondiva con un articolato saggio in lingua francese origini e significato degli allestimenti della Natività che, in ogni angolo del mondo, ricordano la nascita di Gesù. Frana fu nomi- nato nel 1975 Osservatore Perma- nente della Santa Sede all’Unesco a Parigi, nel ruolo che fu per pri- mo assegnato nel 1952 a al futuro Papa Giovanni XXIII, allora nun- zio nella capitale francese. In quel ruolo, mons. Frana ebbe modo di raccogliere centinaia di presepi delle più disparate provenienze, dall’inestimabile valore artistico e culturale. Al di là dell’indubbio valore artistico della raccolta (che arriva a contare oltre 500 presepi), vanno evidenziati il senso di ricer- ca e universalità che mons. Frana riscontrava nelle varie composizio- ni e nella loro capacità di esaltare le culture di ogni Paese nel nome di un unico Salvatore. «Il presepio - scriveva mons. Frana - è una cul- tura che tocca nel profondo il cre- dente, la sua fede, la sua devozione, i suoi sentimenti, portando l’esse- re umano a riflettere, se vuole, sui legami dell’amore per la famiglia, sul mistero del dono e dell’ac- coglienza della vita, sui valori diun’esistenza semplice, fondata sul- la povertà scelta o accettata per il miglior raggiungimento della vera felicità, al riparo dallo scandalo della miseria. Il presepio è cultura, e attorno a esso i singoli individui e le famiglie riscoprono le realtà più vere e preziose dell’essere umano». Mons. Frana fu attivo a Roma e in Nicaragua, a Londra, poi a Washin- gton e infine a Parigi. Un “giro del mondo” che a Gandino è possibi- le percorrere attraverso le sale del Museo dei Presepi, a pochi passi dalla Basilica. È dedicato a S. Gio- vanni Paolo II ed è nato nel 1988 per volere di mons. Frana. A intro- durre i visitatori all’esposizione ci sono le preziose ante lignee dipinte e intagliate che arredavano l’an- tica parrocchiale quattrocentesca, in parte demolita per far posto alla Basilica attuale. Facevano parte di un dossale andato perduto. Fra gli oltre 700 esemplari in mostra c’è un presepe ligneo brasiliano, do- nato da S. Giovanni Paolo II Papa, uno in vetro di Murano e oro zec- chino opera di Archimede Seguso e una realizzazione ecuadoregna, ottenuta utilizzando un frammento di rarissimo corallo nero. Il presepe è la migliore espres- sione dell’appello del Vangelo ai quattro angoli della Terra. Le rap- presentazioni, con il loro ingenuo, genuino esotismo, ne sono mas- sima espressione. Gesù, Maria e Giuseppe sono diventati africani, asiatici o sudamericani, con ve- stiti di foggia diversa e differenti colori, in materiali diversi: eba- no, avorio, argento, vetro soffiato, bronzo, ceramica, terracotta, bambù, stagnola, foglie di granoturco, buccia indurita di frutti tropicali. A dominare la scena nel Museo di Gandino è un presepe che ambien- ta la Natività nel centro abitato del paese, fra Piazza Vittorio Veneto e Palazzo Giovanelli. È stato re- alizzato dal gruppo degli “Amici del Presepio” di Cerete, prossimo a tagliare il traguardo del trente- simo anno di attività. Nel 1991 il primo presepe, sempre allestito nella chiesa di S. Vincenzo a Ce- rete Basso, proponeva il tema del pane. Le statuine, come da tradi- zione, sono da sempre eseguite a mano dalle mamme, mentre l’al- lestimento è riservato ai ragazzi, papà e nonni. Ogni anno viene scelta unʼambientazione diversa, ricostruendo con incredibile dovi- zia di particolari in scala luoghi e località bergamasche e nazionali. «La misura del presepio - spiega il coordinatore Fiorenzo Savoldelli - è sempre mt. 4,20 x 2,30. Il gruppo operativo è composto da una quin- dicina di volontari. Si iniziano i lavori ai primi di agosto preparan- do i disegni con piante e sezioni, rilievi e centinaia di foto. Ciascu- no ha una specifica mansione: ci sono falegnami, muratori, scultori del legno e delle pietre, elettricisti, pittori, lattonieri in miniatura. Una volontaria realizza ogni anno de- cine di migliaia di coppi in argilla, completamente a mano». Negli anni sono infiniti i capolavori re- alizzati: Cerete Basso, Casa Nata- le di Papa Giovanni, Santuario di Ardesio, San Patrizio a Colzate, Piazza Vecchia a Bergamo, Gro- mo, borgo di Maslana e Val Taleg- gio. Non sono mancate escursioni a Siena ed Assisi (in coincidenza con il terremoto 1997). Nel 2018 il gruppo è stato insignito della be- nemerenza “Renato Stilliti” dalla Provincia di Bergamo, e ha lavo- rato al riallestimento del presepe dedicato alla Casa Museo Fantoni di Rovetta. Nel 2019 è invece toc- cato al Santuario della Cornabusa in Valle Imagna. Casa Museo Fantoni a Rovetta


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