L’orientamento della giurisprudenza sulle Polizze unit linked
La compagnia assicurativa Hansard e l'intermediario A1 Life è stata condannata dal tribunale di Ivrea a risarcire delle perdite provocate da polizze unit linked sulle quali la cliente aveva perso tutto il capitale. La pronuncia era nata da una controversia sorta sulle polizze assicurative a contenuto finanziario, che nascondono prodotti altamente speculativi di cui i risparmiatori sono completamente ignari. Il giudice, nel pronunciarsi, ha richiamato le sentenze numero 6319 del 2019 e numero 6061 del 2012 della Suprema Corte di Cassazione. Secondo tali sentenze della Corte di Cassazione, il giudice di merito, al fine di stabilire se l'impresa emittente, l'intermediario e il promotore abbiano violato la buona fede nei rapporti contrattuali dell'art. 1337 c.c., deve interpretare il contratto, e tale interpretazione non è censurabile in sede di legittimità se congruamente e logicamente motivata, al fine di stabilire se esso, al di là del "nomen iuris, sia da identificare come polizza assicurativa sulla vita (in cui il rischio avente ad oggetto un evento dell'esistenza dell'assicurato è assunto dall'assicuratore) oppure si concreti nell'investimento in uno strumento finanziario (in cui il rischio di "performance" sia per intero addossato all'assicurato)". E’ di tutta evidenza come le parti debbano comportarsi secondo buona fede nelle trattative e come il giudice debba valutare il comportamento delle stesse nella fase precontrattuale.
Nel caso di specie il giudice, valutando le clausole contrattuali, ha accertato la prevalenza della componente finanziaria rispetto a quella assicurativa. Pertanto il giudice ha ritenuto di dover applicare le norme di protezione del cliente stabilite dalla normativa comunitaria, dal Testo Unico Finanziario e dai regolamenti Consob.
Il giudice ha quindi ritenuto che le percentuali di responsabilità gravanti sulle due società debba essere stabilita in misura paritaria. Questo perchè l'intermediario assicurativo ha violato il dovere di astensione, mentre l’altra società ha violato l'obbligo di protezione sorto in capo ad Hansard a seguito del "contatto sociale qualificato" instauratosi con il cliente (nel senso che, a fronte della prevalenza della componente finanziaria del prodotto, ovviamente ben nota all'impresa assicuratrice emittente, e della mancata "profilatura" dell'assicurato, Hansard avrebbe dovuto astenersi dal concludere il contratto ).
