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Le cause di una bolla speculativa

Razionalità limitata, scarsa capacità di autocontrollo ed influenze sociali. In un sondaggio americano condotto tra investitori benestanti è emerso che le aspettative di lungo periodo per un investimento bilanciato è del 8.5% in termini reali. Questo significa un ritorno del 2.5% da bond e 12.5% da azioni su un portafoglio bilanciato al 50/50. Ottimismo ed eccesso di fiducia nei propri mezzi e capacità (o di quelle dei consulenti finanziari) genera aspettative decisamente irrealistiche, fonte di delusione in futuro. In realtà l’ignoranza intenzionale è proprio la volontà di rifiutare una realtà che di fatto minerebbe i nostri progetti e soprattutto comporterebbe sacrifici (di risparmio) ulteriori. Preferiamo mettere la testa sotto la sabbia, cullarci con ricorsi storici irrealizzabili oppure pensare di essere i più furbi facendo meglio, molto meglio del mercato. Gli investitori tendono a guardare molto meno il proprio dossier titoli nelle fasi di ribasso, mentre sono sul pezzo con una frequenza decisamente più elevata nelle fasi di rialzo. Questo ci porta al tipico fenomeno di vendere troppo presto oppure prolungare l’agonia di scelte sbagliate. La razionalità limitata sopraggiunge quando l’ambiente diventa più complicato. Pensiamo ai mutui; da semplici strumenti a tasso fisso o variabile facilmente analizzabili da ogni cittadino, sono diventati nel corso del tempo delle vere e proprie opere (fatte non sempre bene) di ingegneria finanziaria. Se ci pensiamo accade lo stesso con i prodotti finanziari dedicati all’investimento. Una delle regole fondamentali della finanza, ma dovrebbe essere anche utilizzata nella quotidianeità, dovrebbe essere di capire cosa stiamo comprando poi procedere successivamente all’azione. Invece con una certa regolarità più sale la complessità più ci facciamo travolgere dalle emozioni e diventiamo irrazionali. Questo non significa che la complessità sia sempre un elemento negativo.L’innovazione porta anche al progresso e non sempre le cose all’inizio sono semplici. L’importante però è spiegare perchè succede qualche cosa e quali sono le conseguenze nell’abusare di un certo prodotto o servizio.

Alla razionalità limitata si aggiunge poi la scarsa capacità di autocontrollo. Le tentazioni sono ovunque, dalla finanza allo shopping online. Quando su un piatto d’argento ci viene servita la possibilità di accedere in modo semplice semplice ad un prestito cadiamo nella trappola del tutto subito. Lo stesso vale per le transazioni finanziarie; avere a disposizione un supermercato di prodotti in ogni momento della giornata porta a praticare attività che ci fanno perdere il controllo travolgendoci in un vortice di iperattività. Perdendo il controllo sosteniamo elevati costi diretti (commissioni) ed indirette (potenziali perdite). Il terzo pilastro che determina una potenziale bolla speculativa sono le influenze sociali. Quante volte i sentito dire hanno influenzato le nostre scelte di investimento? Gli amici si arricchiscono con il trading online comprando azioni tecnologiche e io che faccio, sto fermo? I guru della finanza confermano poi con i loro report quello che mi hanno detto gli amici e io che faccio, non ci credo? Informazioni spesso errate o confuse o fuori luogo confermate da media ed esperti (il luogo comune degli immobili che crescono sempre di prezzo è l’esempio classico) rappresentano il perfetto amplificatore di una bolla speculativa. L’informazione, la cultura finanziaria, la modesta consapevolezza dei propri limiti, rappresentano alcune delle armi che dovrebbero essere utilizzate per evitare di cadere con una certa frequenza e regolarità nella formazione delle bolle finanziarie.

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