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Risparmio e Patrimonio: l’Italia a confronto con il mondo

L’Italia è la terza maggior economia dell’Unione europea. È la seconda manifattura del Continente. È un grande Paese esportatore, con un avanzo commerciale cresciuto da 31 miliardi del 2010 a 89 miliardi del 2018 al netto delle risorse energetiche (1). E soprattutto ha un’enorme ricchezza nel risparmio dei privati che, anche a confronto con un debito pubblico tra i più elevati rispetto al Pil, fa da salvagente a questo paese, che sembrerebbe “Too rich to fail”. Ma a quanto ammonta il risparmio degli italiani? . “L’indagine sugli Italiani e il Risparmio”, che Ipsos realizza ogni anno insieme ad Acri, attesta che gli italiani sono risparmiatori tra i più prolifici e testardi: se è vero infatti che rispetto al passato si registra una riduzione della propensione al risparmio degli italiani (che dal 1995 a oggi è passato dal 18,7% del reddito lordo disponibile all’8,1% del 2018) , si deve notare tuttavia che la capacità di risparmio dei cittadini del nostro paese rimane tra le più alte a livello europeo, con oltre 4.200 miliardi di euro di patrimonio investito in attività finanziarie (pari a circa 80.000 euro pro capite).(2) Le ragioni sono diverse: la sobrietà nei consumi assimilata negli anni difficili si è tradotta in timore prudente verso ogni nuovo rischio; la caduta dei tassi d’inflazione ha sottratto una delle motivazioni più forti a rendere mobile il denaro; la frenata del mercato immobiliare, specie delle seconde case, ha sottratto al mercato una quota rilevante di potenziali investimenti; il rallentamento nella crescita del benessere individuale e collettivo ha spinto a costruire forme di protezione sociale alternative agli investimenti produttivi. In un confronto con i risparmiatori delle economie più avanzate, la ricchezza finanziaria degli italiani si colloca al quattordicesimo posto. I risparmiatori statunitensi comandano questa particolare classifica con 232.951 dollari pro-capite, precedendo di soli 6.151 dollari gli svizzeri. (3) Gli italiani sono più ricchi finanziariamente dei francesi e dei tedeschi. Secondo un autorevole istituto di ricerca tedesco (Diw), il patrimonio medio (liquidi, risparmi, immobili) delle famiglie è in Germania pari a 60mila euro, mentre in altri Paesi Ue è di 100mila euro, con Italia e Spagna che hanno più del doppio. Il tutto a causa di una diversa distribuzione del risparmio privato che in Germania è maggiore per quantità totale che in Italia, ma distribuito male, tanto che il 10% delle famiglie ne possiede il 60%, mentre il 40% ha poco o nulla. Non solo: da noi l’80% delle famiglie abita in case di proprietà, contro il 44% tedesco. (4) Il portafoglio finanziario degli italiani è composto, per quasi un terzo del suo valore (il 30,7%), da depositi e denaro circolante. Parliamo sia di banconote utilizzate per effettuare pagamenti, sia di depositi su conto corrente e a scadenza.



Gli statunitensi a confronto ne detengono solo il 13,5%. I turchi (75,7%) e i greci (65,8%) sono i risparmiatori più affezionati al “cash”. Il 10,7% del portafoglio finanziario degli italiani è composto da titoli obbligazionari, certificati di deposito e crediti commerciali; mentre la quota di azioni nel portafoglio degli italiani si attesta al 23% (un valore che ci esclude di pochissimo dalla top ten al mondo). L’11% del nostro portafoglio è rappresentato da quote di fondi comuni, in particolar modo obbligazionari (che in un confronto internazionale ci collocano 5^ al mondo alle spalle di Canada, Belgio, Lussemburgo e Spagna). Infine, gli strumenti assicurativi e i fondi pensione non godono di molto appeal tra i risparmiatori italiani.(5). Per quanto riguarda, invece, il patrimonio detenuto dagli italiani, il dato che emerge è che non ci sono “formichine” come le famiglie italiane. La metà delle ricchezze delle famiglie italiane è rappresentata dal mattone, ossia dalle cosiddette “attività non finanziarie” cioè abitazioni, immobili non residenziali, apparecchiature, terreni e impianti. Queste attività rappresentano i due terzi della ricchezza netta delle famiglie (6.200 miliardi di euro, di cui 5.246 miliardi di euro dalle abitazioni), mentre le attività finanziarie, cioè biglietti, depositi, titoli, prestiti, azioni, derivati, quote di fondi comuni, riserve assicurative e altri conti attivi, impattano sulle famiglie per 4.300 miliardi di euro (6).



Secondo i dati sulla ricchezza delle famiglie emessi da Banca d’Italia, emerge che a fine 2017 quella netta era pari a 9.743 miliardi di euro, 8 volte il reddito disponibile. E’ per questo che le famiglie italiane sono tra le più ricche d’Europa; Infatti, chi sta “peggio” di noi è la Germania, le cui famiglie sfiorano i 152mila euro pro capite, anche se il vantaggio negli anni va sempre più riducendosi (7). Questa affermazione si basa su uno studio pubblicato dalla Banca d’Italia sulla base di dati Istat. Sul punto è intervenuto Francesco Papadia, economista e senior fellow di un autorevole think tank di Bruxelles, il Bruegel, il quale sostiene che prima di trarre conclusioni bisognerebbe scindere la ricchezza dal reddito. Infatti, secondo l’economista, “quello misurato da Bankitalia è il valore della ricchezza che riguarda innanzitutto sia le famiglie propriamente dette, sia le imprese individuali, professionisti, autonomi. Questo valore è determinato da diversi fattori, tra cui, quello più importante, almeno nel confronto tra Italia e Germania, riguarda la proprietà della casa. Gli italiani, infatti, sono tra i cittadini europei che hanno più case di proprietà, circa il 70%, mentre in Germania la percentuale è la più bassa nella Unione Europea, intorno al 50%” (8). Le motivazioni sottese a questi aspetti potrebbero riassumersi nel fatto che, sempre secondo Papadia, “i tedeschi sono più propensi ad affittare la casa, piuttosto che acquistarla. E inoltre, i prezzi delle case in Germania sono stati storicamente più bassi (non a caso, come dimostra lo studio di Bankitalia, il recente aumento dei prezzi nel mercato immobiliare tedesco, a fronte della stagnazione di quello italiano, ha portato a ridurre la forbice della ricchezza tra le famiglie dei due Paesi, ndr). Inoltre bisogna anche considerare che le case non in mano alle famiglie sono possedute da società, che sono fuori da questa statistica”(8). L’Italia, però. un paese a due facce poiché da un lato mostra una ricchezza privata unica al mondo, dall’altro nessun altro paese avanzato mostra un rapporto tra ricchezza e reddito più alto di quello dell’Italia, il quale è un indicatore di disuguaglianza sociale. A fine 2017 la ricchezza netta delle famiglie italiane è stata 8,4 volte il loro reddito disponibile. In Germania appena 6 volte superiore, in Francia e Regno Unito meno di 8 volte superiore.  “Il livello elevato di quest’indicatore nel confronto internazionale è amplificato dal ristagno ventennale dei redditi delle famiglie italiane” spiegano gli autori del rapporto (6). Ma arriviamo ad oggi. Il momento storico che sta vivendo il nostro Paese sta mettendo davvero a dura prova tutte le famiglie italiane. I dati finora elencati potrebbero rappresentare oggi un “cuscinetto di sicurezza” per affrontare la terza grande recessione del millennio(9). A differenza però delle due precedenti recessioni (quella del 2008 e del 2011), questa volta gli italiani si trovano ad affrontare la pandemia dopo aver dato fondo a buona parte della loro fortuna: “molta la ricchezza ereditata dal passato, poca la nuova aggiunta di recente", commenta il Centro studi Censis (9). Ma quanto ancora possiamo durare? Secondo Giorgio Di Giorgio, titolare della cattedra di Economia monetaria alla Luiss, “i poveri sono già in difficoltà e a breve lo saranno tutti quelli che lavoravano a giornata, in nero, nei ristoranti, nei bar, nei negozi. L'impatto della crisi sulla riduzione della ricchezza dipende soprattutto dal mercato azionario, ma anche con un calo del 30 per cento, in media, dato il peso di azioni e fondi nei portafogli, sarebbe non superiore a un 8-10 per cento. Cifra importante ma secondaria rispetto alla fame diffusa che mi aspetto a breve se non si riaprono le attività o non si riuscirà a trasferire soldi alle famiglie entro 10 giorni” (9). NOTE 1 Il paradosso dell’Italia: terza economia in Ue, penultima sui mercati 2 Secondo rapporto AIPS-Censis, Gli italiani e la ricchezza 3 Risparmiamocelo, Risparmiatori a confronto: quanto sono ricchi finanziariamente gli italiani? 4 I tedeschi tifano patrimoniale: vogliono svuotarci le tasche 5 Risparmiamocelo, Risparmiatori a confronto: quanto sono ricchi finanziariamente gli italiani? 6 Ilsole24ore, Italia paese con il gap maggiore fra patrimonio e reddito delle famiglie 7 Ricchezza italiani: 160.600 euro pro capite, i tedeschi sono a 152mila 8 “Gli italiani più ricchi dei tedeschi”. Lo dice Bankitalia, ma è davvero così? 9 Italiani popolo di 'formiche' ma con il coronavirus salvare i risparmi si fa dura

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Da L’Avventura della Moneta a MUDEM: oltre 16.000 grazie!
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Banca d'Italia - Eurosistema

Da L’Avventura della Moneta a MUDEM: oltre 16.000 grazie!

C’è ancora tempo, fino al 28 aprile, per visitare L’Avventura della Moneta, la mostra immersiva anteprima di MUDEM, il futuro Museo della Moneta- Banca d’Italia in corso al Palazzo delle Esposizioni di Roma. La mostra, ideata da Paco Lanciano e Giovanni Carrada per la Banca d’Italia, ha ricevuto oltre 16.000 prenotazioni, è stata visitata da più di 7.000 studenti ed è stata accompagnata da ben 20 eventi. MUDEM ha organizzato visite dedicate alle scuole primarie e secondarie e realizzato 68 attività educative, grazie alla collaborazione con la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, il CNR, l'Opera Nazionale Montessori e il Dipartimento Circolazione monetaria e pagamenti al dettaglio della Banca d’Italia. Nel ciclo di incontri Dopo l'avventura, esperti e accademici hanno approfondito i temi della mostra con le loro ricerche e spunti originali. Il Museo della Moneta ha intrapreso un lavoro di co-progettazione e sperimentazione per l'accessibilità della mostra e del museo. È stato realizzato un percorso tattile e multisensoriale che ha reso accessibili alle persone cieche e ipovedenti le prime tre sale della mostra. Per le persone sorde sono stati progettati dei supporti nella Lingua dei segni italiana: tablet con video in LIS e smartglasses con sottotitoli per visitare l’intero percorso. Questo video è un ringraziamento a chi finora ha seguito MUDEM e a chi si sintonizzerà sulle sue frequenze nei prossimi mesi. …Il viaggio è solo all’inizio!
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