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La fiducia dei consumatori e delle imprese a settembre

A settembre aumenta la fiducia dei consumatori per il secondo mese consecutivo. Per le associazioni dei consumatori è un segnale positivo ma non basta ancora. La strada per la ripresa dopo l’emergenza pandemia è ancora lunga. Dai dati diffusi sembra che occorra attendere la fine del 2022 per ritornare ai livelli di Pil e di produzione del 2019 ossia al periodo pre pandemia. Secondo il comunicato diffuso dall’Istat “a settembre 2020 migliorano sia il clima di fiducia dei consumatori (da 101,0 a 103,4) sia quello delle imprese (l’indice composito sale da 81,4 a 91,1). Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori sono stimate in aumento. Il clima economico e il clima futuro registrano l’incremento più marcato passando, rispettivamente, da 90,5 a 94,9 e da 105,6 a 109,5. Anche il clima personale e quello corrente evidenziano una dinamica positiva: il clima personale sale da 104,9 a 107,1 e quello corrente cresce da 98,1 a 100,2. Guardando alle imprese, il miglioramento della fiducia è diffuso a tutti i settori seppur con intensità diverse. In particolare, nel settore manifatturiero l’indice sale da 87,1 a 92,1 e nelle costruzioni aumenta da 132,6 a 138,6. Per i servizi di mercato si evidenzia un incremento marcato dell’indice che sale da 75,1 a 88,8 mentre nel commercio al dettaglio la crescita è più contenuta (da 94,3 a 97,4). Con riferimento alle componenti dell’indice di fiducia, nell’industria manifatturiera migliorano sia i giudizi sugli ordini sia le attese di produzione. Le scorte di prodotti finiti sono giudicate in decumulo rispetto al mese scorso. Nelle costruzioni, aumentano entrambe le componenti dell’indice. Nei servizi di mercato si registra un accentuato miglioramento sia dei giudizi sugli ordini sia di quelli sull’andamento degli affari; le attese sugli ordini aumentano. Nel commercio al dettaglio recuperano i giudizi sulle vendite mentre le relative aspettative sono in calo. Il saldo delle scorte di magazzino è in aumento. A livello di circuito distributivo, la fiducia diminuisce nella grande distribuzione mentre è in decisa risalita nella distribuzione tradizionale”. L’indice di fiducia dei consumatori è da sempre un parametro fondamentale per valutare la possibilità di crescita del Paese. Solo in un clima di fiducia è possibile rilanciare la domanda interna e ottenere un aumento della produzione che consenta di rimettere in moto l’economia. Per l’Unione Nazionale Consumatori, «è un’ottima notizia che il rialzo di agosto non sia stato effimero, legato al clima vacanziero, e che, al rientro dalle ferie, non si sia interrotto l’andamento positivo del clima di fiducia dei consumatori». «I numeri sulla fiducia di consumatori e imprese diffusi oggi dall’Istat, seppur in crescita, appaiono ancora lontanissimi dai livelli pre-Covid, a dimostrazione di come l’emergenza coronavirus abbia impattato sugli indicatori economici del nostro paese», spiega il Codacons. La strada insomma è ancora in salita. E’ evidente che oggi serve una ripresa stabile e duratura per lasciarsi alle spalle i mesi più difficili della pandemia. Occorre inoltre ricordare l’enorme debito pubblico che affligge il Paese e che è enormemente aumentato nel periodo di lockdown. Per dare un’idea di quanto è grave la situazione dei conti e dell’aumento del debito pubblico, basti pensare che la cassa integrazione nei mesi di lockdown per la pandemia, è aumentata di quasi il 1000 %. In conseguenza della pandemia e del lockdown si stima che debito pubblico salirà sino a 194 miliardi. Solo una crescita sostenuta, costante e duratura potrà quindi risolvere i problemi legati al debito e alla necessità di investimenti.

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