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Fondo Usa imploso in due giorni (-80%), migliaia di risparmiatori sul lastrico


“Preservation and Growth”, “Preservazione (del capitale) e Crescita”, e fino a poco più di un mese fa negli Stati Uniti era uno dei fondi mutualistici con la reputazione più solida.

L’obiettivo era quello di cercare di “preservare e far crescere il capitale grazie a una bassa correlazione con le Borse statunitensi, facendo della volatilità il tuo asset”, spiegava il prospetto.

Il fondo, con i suoi quasi 800 milioni di dollari di asset gestiti, era insomma una specie di bomba nucleare costruita speculando sulla volatilità, ma veniva venduto agli investitori come un innocuo strumento di risparmio, per chi vuol veder crescere il capitale senza correre alcun rischio.

Il 6 febbraio, dopo il mini-crollo di Wall Street ma soprattutto con l’esplosione della volatilità misurata dall’indice Vix, in appena quarantott’ore, gli investitori del fondo “Preservation and Growth” hanno perso oltre l’80% dei loro risparmi. Senza alcuna speranza di riaverli indietro.

Questo perchè i brillanti gestori del fondo avevano venduto allo scoperto masse enormi di opzioni sull’indice S&P500, operazione che implica rischi altissimi di perdite sull’intero capitale. Non solo. Il “Preservazione e Crescita” era addirittura andato a leva (quindi si era indebitato) su questa spericolata strategia speculativa, esponendosi a pericoli colossali in caso di crollo dell’indice e contestuale boom della volatilità misurata dal Vix, cosa che è puntualmente accaduta.

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