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Assegni privi della clausola di non trasferibilità - sanzioni eccessive


Risultano essere “solo” 1.692 le infrazioni contestate a soggetti che hanno emesso assegni privi della clausola di trasferibilità.

Irregolarità commesse nel periodo dal 4.7.17 sino al 7.3.18 che prevede una sanzione a carico dei “trasgressori” che va da un minimo di euro 3mila ad un massimo di euro 50mila.

Questo è quanto emerge dall’indagine condotta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (vademecum pubblicato il 12.3.2018 sul sito del MEF - http://www.mef.gov.it/inevidenza/article_0345.html) fina lizzata ad analizzare la consistenza del fenomeno.

Solo 107 soggetti colpiti dalla contestazione hanno scelto di pagare l’oblazione che consente di concludere anticipatamente il procedimento sanzionatorio.

Regime sanzionatorio che trova origine dal decreto legislativo n. 231/2007, che prevedeva l’applicazione di una penalità in misura percentuale dall’1 al 40 per cento, modificato dal decreto legislativo n. 90/2017 che ha stabilito per gli assegni di importo pari o superiore a mille euro una penalità minima di 3mila euro e una massima di 50mila euro.

L’attuale disciplina contempla anche l’istituto dell’oblazione, cioè della somma che è possibile volontariamente pagare per concludere anticipatamente il procedimento senza arrivare alla irrogazione della sanzione piena. L’Oblazione è applicabile nel caso in cui si aderisca entro sessanta giorni dalla data di contestazione per titoli di importo non superiore 250mila euro.

Il dispositivo di legge ha stabilito che l’Oblazione è sempre pari alla terza parte del massimo della sanzione previsto ovvero, se più favorevole, al doppio del minimo e quindi pari a 6mila euro. Ciò a prescindere dall’importo dell’assegno contestato e anche per importi minimi, magari di poco superiori alla soglia consentita di mille euro (!).

L’Amministrazione lamenta che non può intervenire in nessun modo a ridurre tale minimale, in quanto il meccanismo dell’oblazione è fissato per legge.

L’Amministrazione, altresì, lamenta che l’Oblazione così applicata non incentiva il “trasgressore” a pagare la sanzione minima di 6mila euro nel termine dei 60gg stabiliti e tanto meno determinazione della penalità in caso di mancata adesione all’oblazione è di difficile applicazione anche perché a distanza di soli 9 mesi dall’entrata in vigore del DLgs 90/17 nessuna linea giuda è stata ancora diramata.

Alla fine di febbraio di quest’anno, in commissione finanze, il relatore Sergio Boccadutri ha chiesto al Governo un intervento immediato finalizzato all’applicazione di sanzioni più soft e proporzionali all’entità della violazione contestata e per valutare la decorrenza del “favor rei” delle nuove sanzioni che dovrebbero essere introdotte.

In presenza di nuove elezioni il Governo uscente non ha promosso alcun intervento in merito e quindi non ci resta che confidare che il nuovo Esecutivo affronterà la questione relativa a questo iniquo e sproporzionato sistema sanzionatorio.

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