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Tim-Telecom fa pagare anche i morti. I mille sotterfugi delle compagnie telefoniche


Per Tim-Telecom gli utenti non muoiono mai. In questo caso la truffa consiste nel continuare a fatturare anche dopo la morte dell’intestatario del contratto, o di un trasloco, o di cambio di operatore telefonico e multimediale. Lo scandaloso “fenomeno” in verità riguarda anche altre compagnie telefoniche. Queste situazioni sono in continuo cambiamento, ma si può valutare che almeno un terzo (1/3) paga in continuazione, e per tanto tempo dopo l’accaduto continua a pagare i servizi senza usufruirne. Si tratta di una truffa diffusa e molto presente nel Paese. E di questo sistema illegale il primato, per tante ovvie motivazioni, spetta alla Tim-Telecom che in certi casi, raggiunge addirittura alcuni anni dopo la chiusura del servizio. In questi casi è indubbio il diritto alla restituzione del maltolto e senza il bisogno di fare una causa legale ma attraverso il tavolo di conciliazione che, per Tim-Telecom ha un apposito tavolo di conciliazione mentre, per tutte le altre compagnie telefoniche e multimediali esiste, in ogni regione, presso il capoluogo regionale, un apposito istituto che si chiama “CO.RE.COM.”Comitato Regionale delle Comunicazioni. Come si può capire si tratta di soluzioni che si possono (e si devono) risolvere sul piano sindacale. Quindi, questo sistema truffaldino, che coinvolge le società di servizi telefonici e di internet, va affrontato e gestito con una cultura sindacale che, purtroppo, pochi hanno. E, come ho scritto, capita di leggere articoli o interviste di dirigenti di associazioni di consumatori che danno la certezza dell’assoluta non conoscenza delle norme che regolano la complessa materia dei diritti e dei doveri dei cittadini. E chi tutela e assiste i consumatori e gli utenti come può risolvere i loro problemi quando non conosce le leggi che operano in questo campo? E’ indubbio che affermazioni stupide e prive di fondamento tecnico-giuridico alimentino (inconsapevolmente) le truffe dei tanti (troppi) disonesti di cui è pieno il nostro Paese. Ma va anche detto, che non sempre è sufficiente sottoscrivere un buon accordo con società che sono controparti di CONSUMATORI e UTENTI. Infatti, la mia esperienza ha dato dimostrazione che, se l’intesa raggiunta è priva di obiettivi e di contenuti precisi, ma solo generica e generale, permette alle controparti dei consumatori e degli utenti di non rispettare il Codice del Consumo. E gli esempi sono, ahimè, sotto gli occhi di tutti. Un esempio tangibile è dato anche dai codici etici che hanno (per legge) tante società. Capita spesso di registrare che l’azienda che ha in dotazione il Codice Etico agisca diversamente dal rispetto della democrazia, dal rispetto del Codice del Consumo e dal rispetto della Costituzione Italiana. E proprio a queste società, a cui faccio riferimento, sono state pesantemente sanzionate dall’Antitrust (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) per violazione del Codice del Consumo.


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